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Martin Bailey
Leggi i suoi articoliIl British Museum (Bm) ha avviato le trattative sulle opere che andranno in prestito, a medio e lungo termine, allo Zayed National Museum di Abu Dhabi, la cui apertura è prevista nel 2016. La collaborazione fra le due istituzioni è nata nel 2009, quando il British accettò di fornire alla Tourism Development & Investment Company (Tdic), l’ente che sovrintende anche alla realizzazione degli altri due grandi musei degli Emirati Arabi Uniti (Eau), Louvre e Guggenheim (nella foto a sinistra, il progetto urbanistico) supporto tecnico, consulenza per le acquisizioni, training e prestiti, chiedendo però anche di poter verificare le condizioni lavorative di tutti coloro impegnati nel progetto. Tra le richieste dello Zayed, intitolato al sultano Al Nahyan, presidente degli Eau dal 1971 al 2004, ci sono opere che spaziano da una tavola in pietra scolpita della città assira di Nimrud (VIII secolo a.C.), al ritratto di un falconiere proveniente dall’Iran (nella foto a destra) a una meridiana ottomana (entrambi del XVI secolo). Ai prestiti si affiancherà una collezione permanente del museo, con gli acquisti orientati a illustrare la storia e i commerci della regione, che saranno esposti in sette gallerie tematiche, e un ricco programma di mostre temporanee, distribuite nei 5.800 mq di superficie espositiva dell’edificio. I termini economici dell’accordo con il Bm non sono noti, ma è plausibile che buona parte delle entrate commerciali del biennio 2013-14 (18,5 milioni di sterline, oltre 23 milioni di euro) siano arrivate da Abu Dhabi. Il museo Zayed, per il quale stanno già lavorando 27 operatori del British e che al momento è guidato, ad interim, dalla libanese Rita Aoun-Abdo, direttore esecutivo della Tdic, nascerà su progetto di Foster+Partners, e sarà collegato a Louvre e Guggenheim da un tunnel. Anche le cifre totali del complesso museale dell’isola di Saadiyat non sono confermate ma in un prospetto finanziario si è potuto leggere che si tratta di circa 4,7 miliardi di dollari (3,75 miliardi di euro), di cui 2,6 per le infrastrutture e 2,1 per acquisizioni, mostre, diritti. Con tutta probabilità si tratta del maggiore investimento al mondo per un complesso museale. Lo Zayed, tuttavia, sarà l’unico dei tre musei a non potersi fregiare del nome «occidentale» del proprio partner: il British ha infatti preferito mantenere il totale controllo del proprio brand.


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