I primi 3mila visitatori di XNL Piacenza

Inaugurato il nuovo contenitore di arte, musica e cinema voluto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano nell’ex sede Enel, tra Emilia e Lombardia

«The pure necessity» (2016) di David Claerbout
Manuel Orazi  |

Ha già avuto oltre tremila visitatori il nuovo Centro d’arti contemporanee XNL di Piacenza, voluto dalla Fondazione di Piacenza e Vigevano, diretta da Paola Nicolin.

Già l’ente promotore descrive bene la natura ibrida di questo territorio a cavallo tra Emilia e Lombardia, più vicina a Milano che a Bologna in senso figurato e per tradizione: non a caso in città c’è un grande monumento che ricorda la Lex Longobardorum (anche perché nel Medioevo quasi tutta la pianura padana era chiamata Lombardia).

In questa territorio padano di vini rossi frizzanti, da bere in una scodella longobarda come il Gutturnio, e di «Quaderni piacentini» della contestazione razionalista e socialista di Piergiorgio Bellocchio, in un edificio industriale dismesso, ex sede dell’Enel, trova posto un virtuoso contenitore di arte, musica, teatro e cinema.

Nicolin, curatrice e ricercatrice milanese, docente all’Università Bocconi, da tempo si occupa in particolare di nuove metodologie dell’arte contemporanea come le mostre atelier: non solo le mostre tradizionali, ma laboratori aperti durante lo svolgimento che possono preludere a nuove opere realizzate in situ coinvolgendo anche un pubblico infantile, come ormai da molti anni accade in alcuni grandi musei americani ed europei, molto meno in Italia.

«Per l’istituzione è una sfida verso una forma alternativa di produzione artistica che ci aiuterà a coinvolgere e conoscere meglio il nostro pubblico», rimarca Nicolin. Alla videoinstallazione «The Pure Necessity» (2016), che manipola il cartone animato disneyano del Libro della giungla del belga David Claerbout, è dedicata la galleria al piano terra dell’istituzione.

Nella galleria al primo piano è invece allestita un’anticipazione della mostra-atelier di Francesco Simeti, palermitano trapiantato a Brooklyn che per l’occasione ha accoppiato due sue opere, «Rubble» (2007) e «Curtain» (2017): «Ho scelto il supporto di una tenda in velluto per rilevare una serie di condizioni sul nostro modo di vivere, sulle guerre e i nazionalismi».

Quella di febbraio è stata solo un’anteprima, la regolare programmazione di XNL comincerà a settembre, sperando che il Covid sarà solo un ricordo. Si tratta in ogni caso di un ampliamento dell’offerta museale cittadino che di per sé, come spiega Vittorio Savi, fa già parte di un «complessivo paesaggio museale», quello che va da Piacenza fino al Delta del Po.

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