Questa sanatoria che dichiara restauratori un numero spropositato di operatori artigiani è un altro passo significativo verso la cancellazione del Restauro come disciplina creativa/intellettuale così come si è venuta strutturando in Italia negli ultimi cinquecento anni. L’altro passo significativo è stato quello di qualificare le imprese non attraverso i curricula e le esperienze dei restauratori, ma attraverso dei certificati che le imprese comprano o ottengono dopo esperienze irrilevant (lapidi cimiteriali o pensiline di stazioni ferroviarie postunitarie). Trent’anni fa ho personalmente organizzato con alcuni combattivi colleghi la prima manifestazione pubblica dei restauratori. Vestiti da soldati napoleonici, sfilammo per le vie di Roma evocando un nuovo sacco se non fossero intervenute leggi a difesa della qualità del restauro che va di pari passo con un’adeguata politica di tutela del bene comune.
Oggi posso dire che abbiamo perso. Il patrimonio ha perso perché la classe dirigente che si è affermata ...
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