I marinai della Cappella dell’Annunziata
Durante il restauro della decorazione seicentesca della Cappella di San Nicola della fiorentina Basilica della Santissima Annunziata rinvenuto un lacerto degli affreschi trecenteschi di Taddeo Gaddi

La prima cappella a destra entrando nella Basilica della Santissima Annunziata è la Cappella di San Nicola, appartenuta fin dal 1353 alla famiglia Del Palagio: un’iscrizione ricorda i due fondatori della famiglia di origine fiesolana, Tommaso e Guido, entrambi gonfalonieri di giustizia della Repubblica fiorentina. Pur mantenendo l’impianto architettonico trecentesco, la cappella fu rinnovata e inaugurata nel 1628 con un nuovo impianto decorativo: affreschi di Matteo Rosselli e Domenico Pugliani, tavola d’altare di Jacopo Chimenti e un importante arredo lapideo, scultoreo e architettonico.
Durante i lavori di restauro, che si sono appena conclusi con il sostegno dei Friends of Florence attraverso il dono di The Giorgi Family Foundation, nella parete destra in basso è stata ritrovata (e lasciata a vista) la traccia di un pigmento rosso, probabile lacerto sopravvissuto alla distruzione del ciclo ad affresco di Taddeo Gaddi di cui parla Giorgio Vasari. Secondo quanto riferito nella Vite l’artista vi dipinse il salvataggio dei marinai da parte di san Nicola, una scena che era stata molto apprezzata dai contemporanei, tanto che successivamente gli vennero commissionate le storie della Vergine della cappella maggiore la tavola per l’altare, tutte opere oggi perdute.
Al centro del frontone spezzato che sovrasta l’altare maggiore a edicola vi è un busto marmoreo di Cristo che recenti studi attribuiscono a Giovan Battista Caccini: sarebbe stato realizzato prima del 1613 anno della morte dell’artista, e solo successivamente collocato in cappella.
Le pitture murali erano offuscate da una coltre di nerofumo e da un fissativo organico applicato in precedenti restauri. Presentavano inoltre i danni di antiche infiltrazioni di umidità dalle coperture, ridipinture risalenti a un restauro della metà dell’800 e notevoli lesioni e distacchi con conseguente rischio di caduta di frammenti: è stato iniettato, a tergo dell’intonaco pittorico, un consolidante di natura minerale. Pesantemente offuscati da disomogenei annerimenti superficiali anche gli arredi lapidei che prima di procedere alla pulitura e alla rimozione dei depositi superficiali incoerenti, sono stati sottoposti alla verifica della sicurezza statica di ogni singolo elemento decorativo.
Il lavori sono stati diretti da Patrizia Contini sotto la sorveglianza di Jennifer Celani della Soprintendenza ed eseguiti per gli affreschi da Cristiana Conti, Alessandra Popple e Gioia Germani, mentre per i manufatti lapidei da Nicoletta Carniel e Patrizia Riva. L’intervento si aggiunge ad altri che, dal 2011, la Fondazione Friends of Florence ha svolto sia in convento sia nella Basilica.

