I legami tra Pompei e l'Egitto: una piramide per i calchi dei pompeiani sepolti dall'eruzione del Vesuvio
Nistri: eseguito il 50 per cento dei lavori del Grande Progetto Pompei

Pompei (Napoli). L’idea sottesa all'allestimento della sezione sui calchi e le foto otto-novecentesche degli scavi nella mostra «Pompei e l’Europa, 1748-1943», aperta da domani nell'anfiteatro di Pompei, è stata quella di coniugare il mondo egiziano con quello romano del I secolo dopo Cristo. A questo scopo l'architetto Francesco Venezia ha immaginato e realizzato una piramide tronca sulla punta, al cui interno, al centro, ha collocato i calchi dei pompeiani morti durante l’eruzione del 79 d.C., realizzati a partire dal 1863 dall'archeologo Giuseppe Fiorelli. Tutt’intorno, foto di scavi, di affreschi, di scritte parietali.
Con i calchi si è realizzato un gioco di forme e prospettive in grado di evocare nei visitatori la tragedia vissuta dai pompeiani di duemila anni fa. I gessi, appena restaurati, per effetto della superficie nera su cui poggiano appaiono sospesi nell’aria, riproponendo
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