Francesca Romana Miorelli
Leggi i suoi articoliAl Casino dei Principi la riscoperta di Benvenuto Ferrazzi
Polo museale di Villa Torlonia, al Casino dei Principi, fino al 25 settembre propone la riscoperta del pittore romano Benvenuto Ferrazzi (1892-1969), fratello di Ferruccio, tra i pittori più stimati del periodo del Ventennio, dal quale si distingue per avere battuto rotte poco amate dalla cultura ufficiale. Come scrisse il critico Cipriano Efisio Oppo, Ferrazzi trae la sua originalità dalla capacità di vedere nel profondo della vita ordinaria, dal suo lavorare tra gli strati emarginati della società, «ove la pazzia e il delitto hanno richiesto l’isolamento dal consorzio civile, (...) la Morte sempre onnipresente a fianco del Giorno». Ferrazzi espose tuttavia alla Casa d’Arte Bragaglia, alla Biennali di Venezia, alle Quadriennali e nella collettiva cruciale per la nascita di Valori Plastici (Roma, 1918). Curata da Laura Moreschini, che ha ricostruito il catalogo delle sue opere, e da Valerio Rivosecchi, la mostra riunisce 60 dipinti, 30 disegni e una documentazione rinvenuta presso gli eredi dell’artista (catalogo Artemide).
Nel 1913 Ferrazzi è a Parigi con il padre, che dipinge al Louvre. A Roma, in una condizione di povertà, trova ricovero nel convento dei Santi Cosma e Damiano. Il suo stile nutrito da un «primitivismo» e da un senso del sacro si ritrova per altri aspetti in artisti come Scipione, anche se a Roma l’arte in quel periodo è lontana da uno spirito religioso, tesa a scoprire il «demone in ogni cosa» (Giorgio de Chirico). In mostra «Lo studio con autoritratto» (1958), un’accesa visione surrealista in cui Ferrazzi si guarda in uno specchio nelle vesti di antico pittore, accanto a un altro autoritratto meno recente. Da vedere anche un ritratto della figlia Ofelia (1942) collezionato da Enzo Cucchi. L’immagine della bambina rannicchiata contro una pietra dove ha battuto il ginocchio è quasi certamente un ricordo dell’incidente che ne causerà la morte.
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