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Silvia Mazza
Leggi i suoi articoliSecondo una felice politica culturale avviata da un anno, il Museo Archeologico Regionale Salinas di Palermo «compensa» i ritardi nella riapertura integrale, dopo il restauro (già concluso) e il riallestimento delle collezioni ancora in corso, portando all’esterno i suoi reperti con due nuove mostre, e rinsaldando i legami col vasto territorio dell’isola, da cui provengono la maggioranza delle opere conservate nella più antica Istituzione museale siciliana.
La prima, «Cinque vasi di premio. Il Salinas alla valle dei Templi di Agrigento», allestita fino al 31 marzo, presso il nuovo spazio espositivo del Parco Archeologico Scuola Rurale di Contrada S. Nicola, presenta i crateri attici a figure rosse ritrovati ad Agrigento nel 1841 e pervenuti nello stesso anno al Museo di Palermo per dono del re Ferdinando II di Borbone.
La seconda mostra, «Un simposio divino. Il Salinas a Sambuca», fino al 12 giugno, presso il Museo Archeologico di Palazzo Panitteri di Sambuca di Sicilia (Ag), espone per la prima volta il corredo funebre rinvenuto nel 1886 a Monte Adranone, nella cosiddetta Tomba della Regina, una sepoltura a camera ipogeica con ingresso monumentalizzato, all’interno della necropoli.
Antonino Salinas, allora direttore del museo di Palermo, evitò che il corredo, appena trafugato, andasse del tutto disperso e ne acquistò una parte considerevole per assicurarlo alle collezioni dell’istituzione museale palermitana. E sempre in vista della riapertura del museo rinnovato, il Salinas il 29 gennaio scorso ha presentato il nuovo logo e il nuovo progetto di immagine.
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