I beneficiari del bando Strategia Fotografia 2020

Il Mibact ha disposto 1,3 milioni di euro per la promozione della fotografia italiana

«Transiti-opera 14» (2008) di Mimmo Jodice e due scatti della serie «Interni mossi» di Mario Cresci realizzati a Barbarano Romano (1979) e Tricarico (1979)
Chiara Coronelli |  | Roma

Sono uscite lo scorso 30 dicembre le graduatorie del bando S_F 2020 Strategia Fotografia, pubblicato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (DGCC), con il quale il Mibact ha disposto 1,3 milioni di euro per finanziamenti destinati alla promozione della fotografia in Italia e all’estero, «come prima iniziativa nazionale di sostegno dell’intero settore». Le graduatorie, stilate dalla Commissione di Valutazione (composta da Maria Francesca Bonetti, Nicoletta Leonardi, Filippo Maggia, Claudio Marra e Luciano Antonino Scuderi), sono suddivise nelle linee di intervento previste dal concorso: acquisizione, committenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio, promozione.

Nel riparto delle acquisizioni (con 37 domande per una disponibilità di 400mila euro), segnaliamo il cospicuo finanziamento al Museo Real Bosco di Capodimonte per l’annessione del ciclo «Transiti» di Mimmo Jodice; quello alla Collezione Fotografica del MaXXI di Roma che si arricchisce delle vintage di «Interni» e «Interni mossi» di Mario Cresci; e, sempre a Roma, quello all’Istituto Centrale per il Catalogo per il progetto di Vincenzo Castella sul Rinascimento Sacro Italiano.

Per le committenze (solo 27 domande per 250mila euro), i contributi maggiori vanno alla Fondazione Museo Nivola di Orani per il progetto «Poter restare fermo», che promette di portare giovani fotografi internazionali nel comune sardo per lavorare sul tema degli ecosistemi sociali e naturali; al Sistema dei Musei di Valle Camonica; a Linea di Confine di Rubiera con il progetto «Jobs nuove forme e spazi di lavoro nell’Emilia centrale»; al Museo Civico Antonio Collisani di Petralia Sottana con «Madonie. Paesaggi 1973/2021», campagna fotografica che sarà affidata ad autori contemporanei, invitati anche a partecipare alla didattica dell’Accademia di Belle Arti di Palermo. Spiace vedere l’esclusione del lavoro di Alex Majoli su Dante a Ravenna proposto dal Museo dell’Arte della stessa città, e del progetto di Fondazione Modena Arti Visive, da anni punto di riferimento della diffusione della cultura visiva in Italia.

Ben 122 le domande per la conservazione e valorizzazione del patrimonio (anche qui per 250mila euro). Il contributo più alto va senza sorpresa alla Fondazione Alinari per la Fotografia di Firenze, per il fondo italiano di dagherrotipi, ambrotipi e ferrotipi; seguita dall’Archivio Centrale di Stato di Roma, con la documentazione del cantiere dell’Esposizione Universale di Roma del 1942; e dalla Direzione Regionale Musei Piemonte di Torino, con «Storie di scatti, memorie di luoghi. Connessioni fotografiche al Castello di Racconigi».

Per la categoria della promozione, le domande salgono a 151 (per 400mila euro). Capofila nei finanziamenti è la Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia, con «Reset. Sistema Festival Fotografia racconta la società contemporanea»; seguita dall’associazione On Image di Gibellina; dall’ottimo collettivo fotografico Cesura di Piacenza per la promozione del lavoro di Andy Rocchelli; e dalla Fondazione Cineteca di Bologna.

Riconosciuta l’iniziativa del Governo come un indiscutibile e fondamentale passo avanti, leggendo le graduatorie è lecito evidenziare anche un duplice ordine di problemi. Da un lato quello della distanza dell’organo di governo centrale dalle istituzioni preposte al sostegno dello sviluppo della cultura fotografica italiana, con la conseguente difficoltà a metterne a fuoco il funzionamento e le necessità, oltre che in certi casi la specificità vera e propria. E, forse di conseguenza, l’eccessivo riconoscimento conferito a progetti che sembrano nascere col fiato corto, con uno sguardo ancora ripiegato su realtà locali, che faticano a inserirsi in riflessioni di più largo respiro.

Forse è arrivato il momento di scelte più coraggiose, da entrambe le parti, per una progettualità davvero capace di nutrire quello che è innegabilmente il linguaggio visivo per eccellenza della contemporaneità.

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