Humboldt Forum: l’apertura ufficiale

Nell’ala est le collezioni del Museo Etnologico e del Museo di Arte Asiatica. Cinque aree espositive, tra cui «La diversità globale dell’Islam» e «Lo storico Regno del Benin»

La facciata est  e nord dell’Humboldt Forum
Francesca Petretto |  | Berlino

È prevista per il 17 settembre l’ultima grande inaugurazione ufficiale all’Humboldt Forum, con cui viene finalmente aperta al pubblico anche l’ala est del discusso, mastodontico Schloss Berlin, copia del vecchio, da tempo abbattuto, castello degli Hohenzollern nel cuore della capitale tedesca, progettata in stile neobarocco dall’architetto italiano Franco Stella e resa accessibile ai visitatori, ancorché incompleta, già dal dicembre 2020 e più estesamente dalla scorsa estate.

Aprire quest’ala dell’edificio significa anche poter finalmente mostrare nella loro interezza le collezioni del Museo Etnologico e del Museo di Arte Asiatica degli Staatliche Museen zu Berlin, rimaste a lungo divise dopo un primo parziale trasloco tra la vecchia sede di Dahlem e la nuova sede, in attesa che questa venisse appunto ultimata. Si trasferiscono così nei 16mila metri quadrati della loro nuova, prestigiosa dimora gli ultimi 20mila oggetti appartenenti alle due storiche collezioni: un evento epocale per celebrare il quale la Fondazione Humboldt Forum al Castello di Berlino ha preparato un programma non stop di 24 ore di eventi aperti al pubblico con concerti, conferenze, letture, proiezioni e altri spettacoli.

L’ala orientale dello Schloss ospiterà oltre alle collezioni già citate anche cinque aree espositive speciali create ad hoc per i nuovi spazi museali. Accanto alle raccolte sulle Americhe e alla seconda parte delle neoarrivate su Asia e Africa, punti salienti nel nuovo allestimento saranno una prima grande area espositiva dedicata alla «diversità globale dell’Islam» e una seconda, altrettanto ricca e stimolante, monografica sullo «storico Regno del Benin», con la presentazione di molti oggetti e reperti pregiati, alcuni dei quali mai mostrati al pubblico.
Figurina in pietra «Barrigón» (scultura panciuta), Guatemala (500-300 a.C.) © Staatliche Museen zu Berlin, Museo Etnologico / Stiftung Humboldt Forum allo Schloss di Berlino, riproduzione digitale di Jester Blank / Studio Jester Blank GbR
Il nuovo assetto delle collezioni, frutto di anni di studio, ricatalogazione e rilettura critica dei pezzi da esporre e della loro provenienza, deve molto al dibattito internazionale sulle restituzioni dei manufatti e dei tesori illecitamente sottratti ai legittimi proprietari negli anni del colonialismo europeo ed è il prodotto di un felice programma di collaborazioni interdisciplinari fra i team di ricercatori ed esperti berlinesi e i loro omologhi stranieri, partner specializzati d’alto livello: un continuo dialogo che ha portato non solo a importanti restituzioni, come quella attualmente in corso degli ormai celeberrimi «bronzi del Benin» alla Nigeria, ma anche alla nascita di un nuovo atteggiamento tedesco nei confronti delle ex colonie, all’insegna del rispetto, dell’ascolto e dell’inclusività.

Per quanto concerne il ricco programma di eventi della vernice che inizierà sabato 17 a mezzogiorno, sono previste alcune performance, presentazioni e conferenze accompagnate da workshop, laboratori e proiezioni di film; seguiranno poi letture di approfondimento, visite guidate notturne, una serata in discoteca e la possibilità per chi vuole di rimanere fino all’alba a osservare le stelle dalla meravigliosa terrazza dello Schloss, con panorama a 360 gradi su tutta Berlino.

Domenica 18 inizierà con la colazione allo Schlüterhof (copia della corte interna progettata dall’architetto e scultore di corte Andreas Schlüter a fine ’600) e vedrà la chiusura delle celebrazioni speciali con incontri e dibattiti sul futuro della cooperazione nata tra la Fondazione Humboldt Forum al Castello di Berlino, la Fondazione del Patrimonio Culturale Prussiano, l’Università Humboldt e lo Stadtmuseum Berlin.

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Francesca Petretto