Guido Guidi si vede «con altri occhi»

La Virreina Centre de la Imatge ospita la più ampia retrospettiva mai realizzata sul fotografo, in mostra con 250 scatti

«Cervia», 1983 di Guido Guidi
Roberta Bosco |  | Barcellona

Guido Guidi (Cesena, 1941), autore finora pressoché sconosciuto in Spagna, è protagonista di una delle mostre più gettonate dell’autunno barcellonese, organizzata da La Virreina Centre de la Imatge (fino al 16 gennaio).

La curatrice Marta Dahó ha selezionato dal corpus del prolifico autore 250 fotografie: dai primi scatti di adolescente fino a un’immagine realizzata per la mostra. «Da zero» è la più ampia retrospettiva mai realizzata sull’opera di Guidi e lo stesso fotografo è intervenuto a sorpresa, durante la conferenza stampa, con un messaggio WhatsApp alla curatrice, esprimendo la sua soddisfazione per una rassegna che gli ha permesso di rivedere le sue opere «con altri occhi».

In una società fortemente politicizzata come quella italiana degli anni ’70, con la sua rivendicazione atipica dei microeventi all’apparenza irrilevanti, delle aree suburbane e rurali senza fascino, dei territori anonimi e delle strade secondarie, Guidi mette in luce ciò che sembra non esistere solo perché non ha un interesse paesaggistico, turistico, culturale e soprattutto economico.

«Guidi non ha preconcetti, non cerca di esprimere una tesi, configurare una storia o veicolare uno slogan. Non vuole monumentalizzare gli spazi della vita quotidiana e le aree prive di connotazioni estetiche. La sua politicizzazione è più sottile, più avanguardista», spiega la Dahó, che ha disegnato un percorso cronologico e tematico che focalizza le singolarità di Guidi, mettendo in discussione allo stesso tempo il valore simbolico e ideologico delle immagini.

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