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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliUn grande monolito costituito da sei pezzi di porfido rosso antico proveniente dallo spoglio delle Terme di Caracalla e donato nel 1560 da papa Pio IV alla casata medicea, nel 1570 venne eretto in piazza Santa Trinita come colonna della Giustizia nell’ambito del processo celebrativo di Cosimo I de’ Medici nominato Granduca quell’anno. A sovrintenderne il trasporto a Firenze per via d’acqua e poi via terra, furono Vasari e Ammannati e, sul modello di quest’ultimo, Francesco del Tadda e suo figlio Romolo scolpiranno la statua alla sommità della colonna (il mantello della Giustizia in lamiera di rame sarà aggiunto solo una volta collocata la statua).
Dal 2014 due sensori sulla sommità del monumento ne monitorano la stabilità; ora parte, finanziato dal Comune per 150mila euro, il progetto conservativo che interesserà anche la base della colonna, un dado in marmo bianco con la bordatura in breccia violacea.
Si è invece concluso il restauro, finanziato per 95mila euro dall’impresa Mecenarte srl, dei due obelischi di piazza Santa Maria Novella, nell’ambito del ripristino della piazza avviato dal Comune già da alcuni anni con investimenti per un totale di quasi 16 milioni di euro. Già all’inizio del Cinquecento nella piazza si tenevano feste quali il palio dei Cocchi, con una serie di percorsi attorno a due piramidi in legno (ricordate dai documenti come «aguglie»). Nel 1570 si decise di collocarvi i due monumentali obelischi sotto la supervisione di Bartolomeo Ammannati, poi lavorati da Raffaello e Giovanni Maria Carli; posti in opera nel 1608 subirono alcune modifiche nel Settecento.
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