Gli AES+F prendono le distanze dalla Russia

Gli artisti che hanno rappresentato la loro nazione alla Biennale del 2007 lanciano un drammatico appello contro il regime di Putin

«AHL, Episode 1, #6» (2004), opera degli AES+F attualmente in copertina del loro sito
Giusi Diana |

«Abbiamo rappresentato la Russia per molti anni in diverse mostre internazionali, incluso nel 2007 il Padiglione Russo della Biennale di Venezia. Il 24 febbraio abbiamo oscurato con un campo nero il nostro profilo Instagram, firmato petizioni contro la guerra, e siamo rimasti in silenzio... Questo silenzio non era causato da conformismo o accettazione; ma da shock e impotenza...È passato un mese e mezzo dall'inizio dell'invasione. Il regime di Putin continua a commettere crimini di guerra, distruggendo città ucraine, uccidendo migliaia di civili, privando milioni di persone delle loro case, famiglie e futuro».

Inizia così il drammatico appello pubblicato sui profili social ufficiali di facebook e Instagram di uno dei collettivi artistici russi più riconosciuti al mondo, gli AES+F, al secolo Tatiana Arzamasova, Lev Evzovich, Evgeny Svyatsky e Vladimir Fridkes. I quattro artisti lavorano insieme nella attuale formazione dal 1995, e vivono tra Berlino, New York e Mosca. Hanno esposto in musei e fondazioni tra le più prestigiose, collaborato con registi teatrali, e le loro potenti videoinstallazioni popolate da giovanissimi guerrieri ci hanno abituato a un immaginario che credevamo distopico, ma che oggi ci appare come una raggelante premonizione.

Nel messaggio accorato parlano di paura per i propri cari, ma anche di sentimenti di depressione, vergogna, e impotenza. Concludono «Gradualmente abbiamo compreso la nuova realtà in cui tutti ci troviamo, e cosa è possibile fare. Non si può rimanere neutrali, o sei contro la guerra e il fascismo russo, o la sostieni. Abbiamo fatto la nostra scelta. Non possiamo rappresentare un paese che sta intraprendendo una guerra genocida di aggressione, facendo il lavaggio del cervello alla propria popolazione, reprimendo e terrorizzando i suoi cittadini per aver protestato anche con cartelli vuoti. Abbiamo cancellato tutte le prossime mostre con le istituzioni statali russe, e non riprenderemo alcun progetto in Russia fino a quando questo regime sarà al potere».

La dichiarazione si conclude con un invito a fare donazioni per sostenere una residenza artistica in Ucraina dell'amica Vera Nanivskaya, che sta accogliendo profughi in una fattoria sui Carpazi, organizzando anche tumulazioni per coloro che sono morti per strada.

Guerra Russia-Ucraina 2022

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