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Silvano Manganaro
Leggi i suoi articoliLa Galleria Z2O propone sino al 16 maggio una personale della finlandese Kaarina Kaikkonen (1952), nota per le sue grandi installazioni realizzate con indumenti stesi al vento, immagine plastica di vita vissuta e delle identità che ognuno di noi, in questa occasione è proprio il caso di dirlo, indossa o si cuce addosso.
Come spiega l’artista, l’indumento conserva i segreti che le persone si portano dentro, la sua storia; farne materia prima per le opere è quindi un modo per coinvolgere i segmenti di vita dei singoli individui nella propria arte, sublimandola in un sentimento corale e universale. Da più parti il lavoro della Kaikkonen è interpretato come opera partecipata o relazionale (l’autrice chiede specificamente alle persone del luogo di donare i propri vestiti) più che come esercizio estetico, cromatico e, in definitiva, concettuale.
La mostra ospita una parte della produzione dell’artista che, da monumentale e pubblica, si fa più intima e privata: gli abiti, tagliati e cuciti (in alcuni casi inamidati e irrigiditi), diventano infatti struttura compositiva e plastica da applicare su tela, dando vita a paesaggi dai colori pastello. L’utilizzo di capi di abbigliamento (camicie, scarpe, giacche ecc.) trasforma quindi questi pannelli in monumenti di esistenze passate, depositari di valori umani, storici e sociali: un linguaggio individuale che diventa però universalmente riconoscibile.
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