Giulia Mangione è vincitrice del Premio Ghirri
La fotografa classe 1987 residente a Oslo avrà l’opportunità di far conoscere il suo lavoro attraverso una personale alla Triennale di Milano

A Reggio Emilia, domenica 30 aprile, in occasione della terza giornata inaugurale della mostra «Appartenenza» di Giovane Fotografia Italiana #10, la giuria, composta da Lorenza Bravetta, Paola Di Bello, Francesca Lazzarini, Adele Ghirri e Walter Guadagnini, ha assegnato alla fotografa Giulia Mangione (Firenze, 1987), che vive e lavora a Oslo, il prestigioso riconoscimento dedicato a Luigi Ghirri.
«Per la solidità della ricerca, per la qualità fotografica del lavoro, e per aver indagato il tema dell’appartenenza in relazione al sentimento della fine». «Appartenere», il tema scelto quest’anno, rappresenta una delle necessità fondamentali dell’essere umano per sentirsi sicuro, incluso, stabile e in relazione agli altri e, attraverso il road trip fotografico «The Fall» di Giulia Mangione scopriamo come questo senso di protezione possa essere innescato nell’uomo soprattutto dalla forza e dalla potenza dei racconti.
Diventato negli anni un importante punto di riferimento per la fotografia contemporanea, il Premio Luigi Ghirri rappresenta un'occasione unica per i giovani artisti under 35 di emergere e farsi conoscere a livello internazionale grazie anche all’opportunità di una mostra personale negli spazi di Triennale Milano. La menzione speciale «Nuove Traiettorie. GFI a Stoccolma» promossa dall’Istituto Italiano di Cultura di Stoccolma va a Eleonora Agostini (Mirano, VE, 1991) per «A Study on Waitressing».
A queste importanti opportunità si è aggiunta una sorpresa: l’ospitalità al prestigioso Fotofestiwal Łódź in Polonia per Sofiya Chotyrbok (Zolochiv, Ucraina, 1991) presente a Reggio Emilia con «Home Before Dark», lavoro fotografico che nasce dalla rinuncia dell’artista alla cittadinanza ucraina a favore di quella adottiva italiana. Grazie anche alle opere degli altri artisti in concorso, Andrea Camiolo, Davide Degano, Carlo Lombardi e Eleonora Paciullo, scopriamo che l’arte non è solo un’esperienza visiva, ma anche un ponte capace di creare una connessione con la nostra anima, offrendo un invito a ritrovare la nostra appartenenza in un'epoca colma di incertezze e cambiamenti.