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Alberto Savinio, Ritratto di Giorgio Castelfranco, matita su carta, collezione privata

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Alberto Savinio, Ritratto di Giorgio Castelfranco, matita su carta, collezione privata

Giorgio Castelfranco, un Monuments Man fiorentino

Giovanni Nobili Vitelleschi

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Firenze. Fino al 26 febbraio, presso la Sala del Camino della Galleria degli Uffizi, è visibile la mostra «Giorgio Castelfranco (1896-1978). Curatore, mecenate, difensore d'arte».
Curata da Claudio Di Benedetto, la rassegna mette in evidenza il rapporto fra Castelfranco e l'arte contemporanea e, in particolare, di Giorgio de Chirico di cui fu amico, mecenate e collezionista.
Di de Chirico saranno esposte, in prestito da Casa Siviero, «Alexandros», «Ritratto di Elide» e «Ritratto di Matilde Forti», che di Castelfranco fu la moglie.

Il  23  gennaio, nell'ambito della Giornata della Memoria 2017, un convegno ha sottolineato il ruolo svolto da Castelfranco nella salvaguardia del nostro patrimonio in anni di barbarie, quando era funzionario della Soprintendenza. Già dal 1943, infatti, Castelfranco, di religione ebraica, iniziò la collaborazione con Rodolfo Siviero con il quale  nel 1946. fece parte della Missione italiana per il recupero delle opere d'arte in Germania: i Monuments Men italiani.

Alberto Savinio, Ritratto di Giorgio Castelfranco, matita su carta, collezione privata

Giovanni Nobili Vitelleschi, 27 gennaio 2017 | © Riproduzione riservata

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