Gianni Dessì dialoga con gli antichi

L’allestimento al Museo dell’Arte Classica dell’Università «La Sapienza» è un percorso che rivela, nello svolgersi, valori e riflessioni pertinenti il senso dell’arte

«Conversation piece XIX» (2021), di Gianni Dessì. Foto: Andrea Veneri
Guglielmo Gigliotti |  | Roma

Il candore dei 1.200 gessi del Museo dell’Arte Classica dell’Università «La Sapienza» trova, dal 4 aprile al 21 luglio, un contrappunto «contemporaneo» nelle 19 opere (tra dipinti e sculture) della mostra «Gianni Dessì. TuttoPieno». Curata da Claudia Carlucci (direttrice del Polo museale de «La Sapienza» e curatrice del museo ospitante), assieme a Gaetano Lettieri (direttore del Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo), la mostra è l’esito di una residenza d’artista svolta da Dessì nel 2020-21, durante la fase più drammatica della pandemia di Covid-19.

Come spesso avviene con l’artista romano, la mostra è concepita come un percorso che rivela, nello svolgersi, valori e riflessioni pertinenti il senso dell’arte, come pratica e come idea. Le prime opere sono state allestite infatti già in ambienti della Facoltà di Lettere e Filosofia che precedono gli spazi museali.

Il dialogo con i calchi perfetti delle opere maggiori dell’arte greca e romana si svolge invece sulla falsariga di un ponderato contrasto tra mondi concettuali, ma anche materici: gestuale e densa la pittura, espressionistica e surreale la scultura, a esplorare una terra di mezzo tra astrazione e figurazione. Fulcro della mostra è «Conversation piece XIX», tela del 2021 a dominante nera che campeggia, a sua volta, su un riquadro nero dipinto sul muro, disposto tra calchi di capolavori di stile arcaico.

La sensibilità scenografica risale, in Dessì, alle giovanili cooperazioni con Giorgio Barberi Corsetti, in qualità di curatore delle scene per il gruppo teatrale La Gaia Scienza, nella metà degli anni Settanta. Nel corso della sua carriera, molti anche gli incontri con il teatro musicale (da Wagner a Petrassi e Bela Bartók), dove l’artista ha firmato scene e costumi per la Scala di Milano o per il Teatro dell’Opera di Roma.

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