Gemelli Ingrassia: miniaturisti mentali dell’Etna

Carlo e Fabio Ingrassia, Scultura alleggerita, 2016. Courtesy Studio Geddes Franchetti, Roma
Guglielmo Gigliotti |

Roma. Presso lo Studio Geddes Franchetti (via del Babuino, 125) due artisti lavorano come fossero uno. Sono i catanesi Carlo e Fabio Ingrassia, trentunenni gemelli nella vita e nell’arte. Hanno sensibilità diverse, ma la concezione è unica. Uno tende a segnare linee, l’altro le sfuma, magari cancellandole, ma l’opera è unitaria: «due ma non due» dicono in Oriente per specificare che tutti i dualismi della mente e della vita si fondono sempre nella grande Unità.

Fino al 20 dicembre la loro mostra «Rinunciare all’idea di un altro mondo», a cura di Peter Benson Miller, presenta una scultura e cinque pastelli. La scultura è composta da una flessuosa onda di vetro che scorre come acqua e come vento su una grande pietra lavica dell’Etna; i pastelli sono opere di piccolissima dimensione, pochi centimetri quadrati, in cui c’è il mondo. La pietra, a forma di grande noce, proviene dall’Etna, che
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