Gallo in Galleria

Allo «Scudo» di Verona l’artista romano: «Siamo nel periodo più oscuro della storia delle tecniche artistiche, come in un medioevo. Se all’Accademia si studia l’avanguardia, l’artista maturo deve ritrovare i materiali e ridar loro nuova vita»

Giuseppe Gallo accanto a un suo autoritratto
Guglielmo Gigliotti |  | Verona

Più che una mostra, Giuseppe Gallo presenta, dal 2 dicembre al 30 marzo, nelle sale della Galleria dello Scudo di Verona, un «teatro dell’assurdo». Alla presentazione dei lavori fa infatti da cornice il titolo «Il teatro assurdo del viandante», prescelto dal sessantenne artista, calabrese di nascita e romano d’adozione, nello spirito di quel gusto tra lirico e onirico che caratterizza l’intera sua arte.

I cicli esposti in questa personale curata da Laura Cherubini corrispondono all’ultimo biennio di attività. Tra di essi quello degli autoritratti del ciclo «Taci», realizzati secondo criteri naturalistici in creta, ma poi completati dall’impatto con il suolo al termine di una caduta dall’altezza di un metro: la fusione in bronzo conferisce così enfasi grottesca ai volti deturpati dal caso. La giovanile vocazione di architetto che non portò a compimento gli studi ha condotto invece
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