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Galleristi sregolati

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Francesca Romana Morelli

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«I racconti Zen sono gli unici che mi fanno ridere, di una risata come quella di un fanciullo, perché sono proprio di un candore straordinario e di un’astuzia straordinaria nello stesso tempo, raccontava Alighiero Boetti,  perché non c’è mai alcuna regola, la regola è regolarsi, la regola è: fatti le tue regole». 

Da Bibo’s Place fino al 10 luglio, con lo stesso spirito di Boetti, i titolari della galleria Andrea Bizzarro e Matteo Boetti (figlio dell’artista) organizzano una mostra intitolata con un acronimo di loro invenzione, S.U.P.E.R., ovvero «Salvifiche Unicità Per Empatie Rapaci», ossia le qualità che a loro giudizio caratterizzano le 25 opere esposte. 

Si comincia con un’acquatinta, «La teogonia d’Esiodo», di Georges  Braque (1933) e un’acquaforte, «Zinnie», di Giorgio Morandi (1930), per passare a un «Concetto spaziale» della serie «Attese» di Lucio Fontana (1963) e a un’installazione ambientale, «Lo spazio dell’immagine», di Getulio Alviani (1963), fino a giungere a un’opera giovanile di Michelangelo Pistoletto (1960) e a un «Reticolo» di Piero Dorazio. 

Ma la mostra include anche opere di Hans Hartung, Antonio Sanfilippo, Giuseppe Gallo, Piero Pizzi Cannella, Robert Indiana, Alberto Biasi e Ben Vautier. Ai lavori di questi artisti è avvicinato un nucleo di opere di artisti di generazioni più recenti, tra i quali Matteo Basilè, Paolo Canevari, Luca Buvoli, Donata Piccolo, Davide D’Elia e Maria Elisabetto Novello.

 

Francesca Romana Morelli, 08 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

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Galleristi sregolati | Francesca Romana Morelli

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