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Le voci dei galleristi nel coprifuoco da coronavirus: Stefano Cortesi

Stefano Cortesi
Stefano Cortesi |

«In marzo avremmo dovuto inaugurare la nuova sede di Milano, in Palazzo Morigi, nell’antico distretto delle “Cinque vie”. Eravamo pronti anche con la mostra inaugurale, “Gli spazi dell’aria”, a cura di Francesca Pola, in cui il lavoro di Giuseppe Santomaso, artista veneziano su cui stiamo lavorando da tempo, è messo a confronto con altri grandi artisti attivi a Venezia dagli anni ’50, da Vedova a Tancredi, ad Afro. Ora, ovviamente, è congelata. Infatti, se ancora speriamo di poter inaugurare la nuova sede a metà maggio, seppure aprendola solo su appuntamento, la mostra sarà posticipata sicuramente a settembre, quando, auspicabilmente, l’emergenza sarà finita. Sono convinto, infatti, che l’arte possa dare un forte contributo alla rinascita delle nostre città e alle pratiche della socialità.

A Lugano, invece, era prevista, dal 25 marzo, la personale di Maurizio Donzelli “Thresholds”, a cura di Ilaria Bignotti, in dialogo con la sua mostra al MAC di Lissone. Per noi, l’artista ha realizzato nuovi lavori con tecniche su fondo oro e altri con il medium dell’arazzo, per i quali si è recato in una cittadina vicino a Liegi, dove ancora lavora una manifattura semi-artigianale. Non mancano però, naturalmente, i suoi famosi “Mirrors”. Speriamo di poterla aprire durante l’estate, poiché a Lugano normalmente la stagione estiva è più vivace che a Milano. Ma quest’anno come sarà?

A questo proposito, poiché una galleria d’arte è anche un’azienda, tengo a dire che la Svizzera si è comportata con grande serietà in questo frangente, deliberando e attuando nel giro di soli dieci giorni dei finanziamenti alle piccole e medie imprese (categoria in cui rientrano le gallerie) ed erogando “indennità di lavoro ridotto”, come si chiamano qui, pari all’80 per cento dello stipendio dei dipendenti.

Diverso il destino della sede di Londra, dove abbiamo preso una decisione drastica: avevamo già avviato le procedure di riduzione, per effetto della “Brexit dura” voluta da Boris Johnson, ma ora, con il Covid19, abbiamo accelerato i tempi e deciso di mantenere solo un ufficio operativo e non più una galleria espositiva.

Intanto, come molti altri dealers, stiamo perfezionando una piattaforma online sviluppata su due nuove sezioni: Viewing Rooms e Speaking Of presentate da newsletter settimanali a tema o su un singolo artista con il link sul nostro sito da dove saranno sempre accessibili. È uno strumento importante per stare in contatto con i nostri collezionisti e che sta già stimolando richieste e approfondimenti provenienti da molti Paesi».

a cura di Ada Masoero

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