Fuoco messo a fuoco

Chiara Coronelli |  | Padova

«La fotografia in guerra è davvero una nuova partenza, molto più del carro armato o dell’elmetto d’acciaio», così si legge in un articolo apparso nel dicembre del 1918, su «Vanity Fair», e firmato da Henry A. Wilsdon, capitano della Raf. Il progresso tecnico a ridosso della Grande Guerra, con la produzione di macchine studiate appositamente per le riprese aeree, gioca un ruolo fondamentale nella strategia bellica. Siamo agli esordi della moderna fotografia di guerra e all’inizio del percorso di «Questa è guerra! 100 anni di conflitti messi a fuoco dalla fotografia», rassegna che sarà inaugurata il 28 febbraio a Padova, a Palazzo del Monte di Pietà (fino al 31 maggio, a cura di Walter Guadagnini, catalogo Marsilio con testi del curatore e di Ilaria Speri).

La mostra, la più importante realizzata sinora in Italia sul tema, racconta un secolo di guerre attraverso 400 immagini che intersecano ordine
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

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