Roma. Il ministro Dario Franceschini ha nominato 114 direttori di musei statali che non prevedono il grado di «dirigente» e sono quindi tutti «funzionari». Tutti sono stati scelti tra i dipendenti del Mibact: 48 storici dell’arte, 36 archeologi, 30 architetti. Entreranno in carica il 5 novembre. Il comunicato del Ministero precisa che gli statuti saranno redatti d’accordo con i direttori dei poli museali regionali e «definiranno l’identità di ogni singolo museo».
Sono state seguite, dice anche il comunicato, «le linee guida dell’International Council of Museums». Nuove figure possono affiancare il direttore: un «curatore e conservatore delle collezioni», un «responsabile dei rapporti con il pubblico, del marketing e della raccolta fondi», uno di allestimenti e sicurezza» e uno dell’amministrazione che dovrà assicurare una «contabilità trasparente». Non sarà un vero e proprio bilancio ma per la prima volta «renderà chiaro quanto ogni museo riceve e ricava» e come impiega le sue risorse. Con queste nomine, conclude il comunicato ufficiale, i musei statali «non sono più meri uffici delle Soprintendenze ma, come avviene in tutto il mondo, realtà a sé stanti capaci di gestire programmazione e risorse» . È l’atto che conclude la riforma Franceschini del Ministero dei Beni culturali e del Turismo.
L'elenco dei nominati, regione per regione, è consultabile sul sito del Mibact: http://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Comunicati/visualizza_asset.html_1905987264.html