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Fluxus e rifluxus

Lidia Panzeri

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«FluxBooks: From the Sixties to the Future» è il titolo della mostra a cura di Giorgio Maffei e Patrizio Peterlini allestita alla Fondazione Bevilacqua La Masa dal 4 marzo al 26 aprile. È il frutto di una collaborazione tra l’istituzione veneziana e la Fondazione Bonotto di Bassano del Grappa, depositaria di uno dei più importanti archivi di Fluxus, il movimento d’ispirazione neodadaista fondato da George Maciunas nel 1961. Vi è compresa un’importante sezione di libri d’artista (nella foto, Dieter Roth, «Quadratblatt»), naturalmente in un’accezione del tutto rivoluzionaria fino all’annullamento del libro come oggetto o, al contrario, alla sua conversione in un altro oggetto del tutto eterogeneo. A firmarli, dagli anni Sessanta, autori come Brecht, Cage, Chiari, Filliou e Yoko Ono. Tanta creatività non poteva limitarsi a un passato storico: di qui il coinvolgimento nella mostra degli artisti depositari, nel 2014, di una borsa di studio della Bevilacqua La Masa e andati in residenza alla Fondazione Bonotto, per prendere visione della collezione e scegliere un libro quale pretesto di azioni artistiche. Il risultato di questa sperimentazione è esposto nella sezione «To the Future» nella sede della Fondazione Bevilacqua La Masa a Palazzetto Tito. Le rielaborazioni spaziano dalle performance (Anemoi e Saverio Bonato) alla creazione di costumi di scena (Gli Impresari), dalla prefigurazione di una colonia su Marte (Pamela Breda) al processo di conservazione di un libro (Fabrizio Perghem) da un distributore di giocattoli (Graziano Meneghin e Jacopo Trabona) a oggetti realizzati in 3d (Samuele Cherubini), oltre a quelli abbandonati nelle calli di Venezia (Eleonora Sovrani).

Lidia Panzeri, 03 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

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