Il Giardino di Boboli a Firenze. Foto: visitflorence.com

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Il Giardino di Boboli a Firenze. Foto: visitflorence.com

Firenze, 300 euro al mese per una casa a Boboli

Lo scandalo (non nuovo) degli affitti irrisori a funzionari della soprintendenza e dei ministeri

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Laura Lombardi

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Firenze. Una città molto cara Firenze, specie per gli studenti, oltre che per i residenti ai quali sono richiesti talvolta affitti molto alti, anche solo per un posto letto, tanto da rivaleggiare, nonostante la crisi, con quelli di città come Milano.
È dunque avvilente apprendere che un certo numero di funzionari, alcuni dei quali pensionati, della soprintendenza, proprio nell’ambito dei beni culturali, godano di contratti di locazione davvero irrisori, se paragonati alla bellezza dei luoghi, dal Giardino di Boboli a piazza Pitti alle ville Medicee nelle colline circostanti. Contratti che comprendono anche il parcheggio gratuito situato all’interno dei suddetti edifici o luoghi monumentali: una vera manna nel centro storico, dove è quasi un miraggio e dove, per il solo «posto auto» sono richieste cifre esorbitanti.

Già sei anni fa la questione era stata sollevata, ma poi la bufera si era calmata per riaccendersi in questi giorni, con l’accusa di gravi danni all’erario dello Stato, coinvolgendo nomi eccellenti quali Mario Lolli Ghetti, in pensione come direttore generale del Mibac, Domenico Valentino, ex storico soprintendente dei beni architettonici, Francesca Nannelli, ex funzionaria della soprintendenza andata a Roma. Ma anche altri dirigenti e funzionari di altri ministeri, come il soprintendente ai beni archeologici Andrea Pessina e perfino la nuova direttrice della Galleria dell’Accademia Cecile Hollberg. Tutte figure il cui stipendio è già di per sé assai elevato rispetto a quello dei normali funzionari ministeriali. Ma questi nomi sono solo i più noti, visto che, a pagare circa un quarto, se non un quinto meno, rispetto alla cifra di mercato (appartamenti a 250-300 euro per un centinaio e oltre di metri quadrati) sono anche altri affittuari «graziati»: nell’occhio del ciclone troviamo infatti 65 alloggi, di cui 25 tra Palazzo Pitti e Boboli, 25 nelle ville medicee, 15 nelle vicinanze di piazza Pitti.

Alessandra Marino, ai tempi del precedente scandalo, aveva dichiarato al quotidiano «La Nazione» che avrebbe provveduto a modificare le tabelle, ma pare che la sua bozza sia rimasta al vaglio delle autorità competenti, e prossima allo sblocco solo entro l’estate. Alcuni affittuari fanno presente che le case sono sì di indubbio charme, ma umide, scomode, quasi fatiscenti: il che può essere vero, trattandosi, all’interno del Giardino di Boboli ad esempio, di costruzioni dall’aspetto non proprio sanissimo.
Ma allora, vien da chiedersi, con un sorriso: percependo certi stipendi, chi glielo fa fare di abitarle?

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Laura Lombardi, 25 gennaio 2017 | © Riproduzione riservata

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