Finarte presenta la prima asta dell’anno dedicata al moderno e contemporaneo

Il prossimo 19 aprile, a Roma, all’incanto un ricco catalogo vasto di oltre 270 lotti

«Rosso azzurro» (1960) di Carla Accardi. Cortesia di Finarte
Antonio Mirabelli |

La selezione spazierà dall’arte italiana del primo Novecento fino alle avanguardie della seconda metà del secolo scorso, senza tralasciare qualche incursione di artisti d’oltralpe. Tra i lotti maggiormente in evidenza, spicca il lavoro di fine anni ’50 di Giorgio De Chirico, «Cavalli nel giardino dell’Eden», quotato 50-70 mila euro e, sempre dello stesso periodo, il vivace acquerello a tinte chiare di Afro «Composizione» con base d’asta fissata a 12mila euro.

Diversi i dipinti rivolti all’orbita Pop Art con una nutrita pattuglia di artisti del calibro di Mario Schifano, Mimmo Rotella, Franco Angeli, Cesare Tacchi e Mario Ceroli presenti in asta con lavori corredati da diverse basi di partenza che si assestano nel range da 800 a € 12mila euro.

Del Gruppo Forma 1, invece, emerge lo splendido «Rosso azzurro» (1960) di Carla Accardi, una delle punte di diamante della sessione, che parte da una quotazione 50-70mila euro, mentre si assestano su valori più contenuti le forme geometriche e vivaci di Achille Perilli e Piero Dorazio, a completamento del nucleo di artisti dedicati al movimento nato intorno alla metà del ’900.

Tra le opere di Emilio Vedova presenti in catalogo si fa notare un «Senza Titolo» (1984), con base d’asta di € 30mila, dalle notevoli dimensioni che visti i colori sembra un richiamo alle composizioni di Willem de Kooning.

Per quanto riguarda il panorama internazionale, due smalti su ceramica datati 1984 di Sol Lewitt vengono proposti con una stima appetitosa di € 1.000-1.500, così come invitanti sono le quotazioni delle opere di Bernard Aubertin presenti in catalogo. Anche il «Biglietto di auguri per la Galleria La Tartaruga» del 1961 litografia (7 su 100) di Cy Twombly è una chicca che si fa notare, soprattutto per il valore storico che suona come un omaggio a quella che è stata una delle gallerie d’arte più importanti del ’900 italiano: la galleria La Tartaruga, fondata dal gallerista Plinio De Martiis proprio a Roma. Un ritorno alle origini per un simbolo legato alla città e alla sua storia.

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