Finalmente l'integrale di Cabianca
Il catalogo ragionato dell'attività di uno dei più innovativi pittori del nostro Ottocento
Novecento opere schedate tra dipinti e grafica di raccolte pubbliche e private, più altri trecento disegni conservati in sette taccuini dell'archivio di famiglia sono già un'eccellente ragione per apprezzare il catalogo ragionato dell'attività di Vincenzo Cabianca (Verona 1827 - Roma 1902), uno dei più innovativi pittori del nostro Ottocento.
Tutto documentato in ottocento pagine con tavole a colori e un inedito corredo fotografico d'epoca, il volume è strumento indispensabile per specialisti, mercanti e collezionisti e testimonia l'incessante lavoro degli studiosi a dispetto di un momento così duro e sospeso per il mondo delle arti.
Ma Francesca Dini, nel dare alle stampe la magnifica monografia ‒ grazie al meritevole supporto di Fondazione Cassa dei Risparmio di Forlì e ai bei tipi di Silvana Editoriale (cui si deve, per la gioia del lettore, un fondamentale indice dei nomi) ‒ con la quale sigilla tre lustri di studi su Cabianca, non si è accontentata di metterne in fila cronologicamente i lavori noti e inediti, di verificare datazioni e attribuzioni e accertare fatti biografici, vicende artistiche, tappe espositive e questioni collezionistiche percorrendo ogni possibile pista d' indagine.
Nel 2007 Dini aveva già dedicato una mostra al pittore certificandone il ruolo attivo nello scenario di variegati rapporti artistici intrattenuti a Venezia, Milano, Firenze e Roma, tra linguaggio indunesco, ardite prove di "macchia" e suggestioni simboliste: ora la studiosa arricchisce il frutto delle sue ricerche ‒ dispiegate pure in un magistrale saggio di maturo respiro critico e in una biografia meticolosa ‒ con la pubblicazione di un corposo epistolario.
Più di quattrocento lettere (collazionate tra quanto conservato a casa Cabianca e in molti archivi), scambiate dal pittore con famigliari e varie personalità, e il lettore si trova immerso nelle difficoltà di carriera di un artista e nello spirito di quel lontano mondo culturale.
A quel nucleo si aggiungono i carteggi che il figlio di Vincenzo, Silvio Cabianca, ansioso di restituire la giusta prospettiva storica all'attività del padre, suo biografo e catalogatore delle opere custodite in atelier, intrattenne, fino al 1927, col critico Ugo Ojetti e lo storico dell'arte Adolfo Venturi. Desiderio che diviene realtà oggi, dopo quasi cent'anni, nell'impeccabile studio di Francesca Dini.
Vincenzo Cabianca. Catalogo ragionato, a cura di Francesca Dini, 800 pp., 1410 ill., Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Mi) 2020, € 150