Finalmente l'integrale di Cabianca

Il catalogo ragionato dell'attività di uno dei più innovativi pittori del nostro Ottocento

Vincenzo Cabianca «Monachine in riva al mare», 1869 (particolare). Milano, Galleria d’Arte moderna
Maria Flora Giubilei |

Novecento opere schedate tra dipinti e grafica di raccolte pubbliche e private, più altri trecento disegni conservati in sette taccuini dell'archivio di famiglia sono già un'eccellente ragione per apprezzare il catalogo ragionato dell'attività di Vincenzo Cabianca (Verona 1827 - Roma 1902), uno dei più innovativi pittori del nostro Ottocento.

Tutto documentato in ottocento pagine con tavole a colori e un inedito corredo fotografico d'epoca, il volume è strumento indispensabile per specialisti, mercanti e collezionisti e testimonia l'incessante lavoro degli studiosi a dispetto di un momento così duro e sospeso per il mondo delle arti.

Ma Francesca Dini, nel dare alle stampe la magnifica monografia ‒ grazie al meritevole supporto di Fondazione Cassa dei Risparmio di Forlì e ai bei tipi di Silvana Editoriale (cui si deve, per la gioia del lettore, un fondamentale indice dei nomi) ‒ con la quale sigilla tre lustri di studi su Cabianca, non si è accontentata di metterne in fila cronologicamente i lavori noti e inediti, di verificare datazioni e attribuzioni e accertare fatti biografici, vicende artistiche, tappe espositive e questioni collezionistiche percorrendo ogni possibile pista d' indagine.

Nel 2007 Dini aveva già dedicato una mostra al pittore certificandone il ruolo attivo nello scenario di variegati rapporti artistici intrattenuti a Venezia, Milano, Firenze e Roma, tra linguaggio indunesco, ardite prove di "macchia" e suggestioni simboliste: ora la studiosa arricchisce il frutto delle sue ricerche ‒ dispiegate pure in un magistrale saggio di maturo respiro critico e in una biografia meticolosa ‒ con la pubblicazione di un corposo epistolario.

Più di quattrocento lettere (collazionate tra quanto conservato a casa Cabianca e in molti archivi), scambiate dal pittore con famigliari e varie personalità, e il lettore si trova immerso nelle difficoltà di carriera  di un artista e nello spirito di quel lontano mondo culturale.

A quel nucleo si aggiungono i carteggi che il figlio di Vincenzo, Silvio Cabianca, ansioso di restituire la giusta prospettiva storica all'attività del padre, suo biografo e catalogatore delle opere custodite in atelier, intrattenne, fino al 1927, col critico Ugo Ojetti e lo storico dell'arte Adolfo Venturi. Desiderio che diviene realtà oggi, dopo quasi cent'anni, nell'impeccabile studio di Francesca Dini.

Vincenzo Cabianca. Catalogo ragionato, a cura di Francesca Dini, 800 pp., 1410 ill., Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo (Mi) 2020, € 150

© Riproduzione riservata Vincenzo Cabianca «Marmi a Carrara Marina» 1861 (particolare) Vincenzo Cabianca «Sul mare» 1864 (particolare)