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Espressionismo astratto open space

Anna Costantini

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Pollock, Rothko & C. senza barriere stilistiche e con un tocco di rosa, nella mostra «Abstract Expressionism», alla Royal Academy of Arts

«PH-950» (1950) di Clyfford Still, Denver, Clyfford Still Museum. © City and County of Denver/DACS 2016. Courtesy the Clyfford Still Museum, Denver«Abstract Expressionism», la mostra che dal 24 settembre al 2 gennaio apre la stagione espositiva autunnale di Londra alla Royal Academy of Arts, non mancherà di suscitare nuove riflessioni su uno dei movimenti artistici più indagati del Novecento, il primo a essere considerato totalmente americano.

Realizzata in collaborazione con il Guggenheim Museum Bilbao, dove si trasferirà dal 3 febbraio al 4 giugno 2017, la rassegna è a cura di David Anfam, storico dell’arte e senior consulting curator presso il Clyfford Still Museum di Denver, e da Edith Devaney, curatrice per i progetti contemporanei della Royal Academy.

Più di 150 opere tra dipinti, sculture e fotografie da collezioni pubbliche e private di tutto il mondo raccontano un Espressionismo astratto non più diviso tra «pittori d’azione» come, ad esempio, Willem de Kooning, Franz Kline o Jackson Pollock da una parte e «color field painters» come Mark Rothko, Barnett Newman o Ad Reinhardt dall’altra.

Anfam propone un superamento di quella che ritiene una semplificazione schematica attraverso l’approfondimento di due aspetti che, a suo modo di vedere, hanno caratterizzato tutti i pittori del gruppo: la predilezione per la composizione «all-over» dei dipinti, dove non esiste un centro e la pittura è realizzata a tutto campo sul supporto, e le dimensioni delle opere, o meglio il rapporto di scala che lega le opere all’occhio dell’osservatore.

Un rapporto spesso estremo, come nel caso di «Mural» di Pollock, l’opera lunga 6 metri che l’artista realizzò per l’appartamento newyorkese di Peggy Guggenheim tra l’estate e l’autunno del 1943, già al centro di una mostra curata sempre da Anfam l’anno scorso per la Guggenheim Collection di Venezia, o «Blue Poles», 1952, proveniente dalla National Gallery of Australia di Canberra, dipinti volutamente esposti nella stessa sala.

Per Anfam è riduttivo anche identificare l’Espressionismo astratto solo con la città di New York, come dimostrano le esperienze di artisti della West Coast quali Sam Francis, Mark Tobey o Clyfford Still, senza dimenticare l’insegnamento di Rothko (presente in mostra con «No. 4 (Yellow, Black, Orange on Yellow/ Untitled)», 1953, e «No. 15», 1957, proveniente da collezione privata) alla California School of Fine Arts negli anni 1947 e 1949.

A Still, in particolare, è dedicata una specifica attenzione, con 9 dipinti datati tra il 1944 e il 1958 e prestati dal Clyfford Still Museum di Denver, che conserva il 95% delle opere dell’artista. La rassegna londinese include opere di Gorky, Gottlieb, Guston, Hofmann e Motherwell. Buona l’attenzione per la rappresentanza femminile del movimento, troppo spesso lasciata in ombra.

In mostra, tra le altre, opere di Lee Krasner (la moglie di Pollock) tra cui «The Eye is the First Circle», 1960, Helen Frankenthaler, Janet Sobel e Joan Mitchell. Il tentativo di restituire l’Espressionismo astratto attraverso altre forme espressive oltre alla pittura è affidato, tra l’altro, alle sculture di David Smith, oppure alle fotografie di Aaron Siskind e Minor White, e alla cosiddetta «fotografia di azione» di Harry Callahan, Herbert Matter, Barbara Morgan.

Anna Costantini, 13 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

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