Emotecnologia all’incanto

Federico Florian |

È risaputo che l’arte contemporanea è soggetta, su base periodica, a trend fuggevoli e passeggeri. Dopo la mania archivistica e la passione per gli artisti «outsider», una nuova frenesia pare scuotere il panorama internazionale dell’arte: quella per l’«emo-tecnologia» ovvero l’indagine delle emozioni umane in rapporto alla tecnologia digitale.

Sulla scia di Spike Jones e del suo dramma fantascientifico «Her» (2013), che racconta la storia d’amore tra Theodore (interpretato da Joaquin Phoenix) e Samantha (un sistema operativo super-intelligente), diversi artisti, tra cui Antoine Catala, Ed Atkins e Cécile B. Evans, si pongono la domanda: le emozioni (processi di natura sentimentale, tanto umani quanto soggettivi) possono essere replicate o riprodotte o descritte attraverso un linguaggio matematico-informatico? Esiste un’equazione in grado di programmare uno stato d’animo? Se la risposta, almeno per ora,
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