E Christo convertì l’artista: il creatore è un imprenditore

Flaminio Gualdoni |

L’autore non è più un oggetto del mercato, bensì il soggetto di un’economia dell’arte dal profilo atipico: l’opera non è possedibile né durevole, se non attraverso i documenti tramutati in feticci

Christo, bon gré mal gré, dal 1958, quando realizzò le «Packed Bottles», è colui che impacchetta. Da quell’opera ha preso avvio un viaggio del tutto straniato nell’idea di monumentale che l’artista di origine bulgara (1935) ha applicato a manufatti di forte valore iconico («wrapped» sono stati, tra l’altro, le Mura Aureliane di Roma nel 1974, il Pont-Neuf di Parigi nel 1985, l’intero Reichstag di Berlino nel 1995), facendo mostra di considerare l’ambiguità tra codice estetico, stereotipo e identità fisica uno dei nuclei fondanti del proprio percorso. Quando con «Wrapped Coast» (1969), realizzata alla Little Bay di Sydney impacchettando due chilometri e mezzo di costa, la sua operazione visionaria e ossessiva
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