Dwek: «Smobilitare? Al contrario: il primo semestre 2023 è d’oro»
La Chairman di Sotheby’s Italia descrive il panorama del mercato italiano all’asta in rapporto a quello internazionale

La domanda è: l’Italia è ancora attrattiva per le grandi case d’asta internazionali? C’è chi dice che stiano disinvestendo. E non sarebbe certo una buona notizia per il nostro mercato. Vero è che ci sono state figure di primo piano che si sono trasferite, ma si tratta di semplici, fisiologici avvicendamenti, come accade in ogni grande impresa, o sono invece il segnale di un cambio strategico?
Ne parliamo con Claudia Dwek, Deputy Chairman di Sotheby’s Europe e Chairman di Sotheby’s Italy, la realtà dove è entrata, giovanissima laureata in Storia dell’arte, oltre 30 anni fa: «Tutte le società, quindi anche le case d’asta internazionali, come si è visto negli ultimi anni, hanno avuto dei cambi strategici piuttosto importanti, in risposta al mercato globale in continua evoluzione. Per Sotheby’s l’Italia rimane un paese importante di questo mercato globale. I cambiamenti interni da poco avvenuti sono evoluzioni fisiologiche di qualsiasi realtà. A oggi, la nostra situazione in Italia registra un primo trimestre 2023 che vede una crescita significativa (+26,6% rispetto al 2022) e un totale di 23,1 milioni di opere vendute (di cui 18 milioni per l’Arte contemporanea, che ha attirato partecipazioni da Paesi come gli Stati Uniti e l’Asia).
È il risultato semestrale più alto raggiunto negli ultimi 17 anni, con cinque vendite di Arte Contemporanea, Dipinti Antichi e Sculture. Quest’ultima, del marzo scorso, che proponeva la collezione di Giovanni Pratesi (una raccolta molto elegante, per la cui esposizione abbiamo portato un Fontana e un Picasso venduti poi a New York, parte dell’importante collezione di Maria Manetti Shrem), ha totalizzato 4,2 milioni e ha visto partecipanti dal mondo intero, il 25 per cento dei quali si affacciava da Sotheby’s per la prima volta. L’asta di aprile di Arte Contemporanea ha raggiunto i 15,4 milioni di euro, il totale più alto degli ultimi quattro anni per una vendita di questo tipo in Italia.
Gli offerenti internazionali erano il 47 per cento e venivano da 18 Paesi. Il top lot è stato un magnifico “Concetto spaziale, Attese” del 1965-1966 di Fontana, stimato 1,2-1,8 milioni e aggiudicato a 2,6. Non mi sembra si stia parlando di una politica di disinvestimento. Del resto, tutti i collezionisti ormai vengono a Milano: ci sono mostre bellissime, musei importanti, ed è la patria del design. Alla luce di questo, Sotheby’s International crede fortemente nell’Italia e ci chiede di presentare anche qui, e non solo fuori, opere importanti. Insomma l’Italia rimane un mercato considerevole, con una propria identità».
Sino a non molto tempo fa le opere più significative si presentavano alle aste di Londra e New York. Sotheby’s Italia è, per così dire, «tornata a casa»?
L’Italia è un paese con una storia collezionistica molto importante che noi vogliamo continuare a nutrire. Abbiamo sempre difeso il mercato italiano: il 40 per cento dei collezionisti, nelle aste italiane all’estero, erano italiani. Certamente continueremo a inserire opere d’arte italiana anche nelle nostre aste di Londra, Parigi e New York, infatti lo scorso giugno abbiamo aggiudicato a Londra un meraviglioso «Concetto spaziale, Attese» rosa del 1960 di Fontana a oltre 4 milioni di sterline (raddoppiando la stima iniziale di 2-3 milioni); un altro, verde-turchese del 1964, che era stimato tra le 800mila e il milione e 200 mila sterline, è stato venduto a 1,86 milioni di sterline: la stessa cifra di una «Mappa» di Boetti del 1978.
Queste opere erano contestualizzate in un’asta di opere di arte contemporanea importanti, quali Richter, Basquiat, Tuymans. Com’è giusto che sia, gli artisti italiani vengono venduti in un contesto di arte internazionale. E quindi noi, stimolati anche dalla nostra casa madre, cerchiamo di equilibrare le presenze tra estero e Italia. Tutti risultati, questi, raggiunti grazie anche al nostro team, talentuoso e motivato (Marta Giani, responsabile del Dipartimento di Arte Moderna e Contemporanea; Lorenzo Rebecchini, responsabile delle Aste di Arte Moderna e Contemporanea; Francesco Morroni, responsabile del Dipartimento di European Sculpture & Works of Art, e Sara Miconi, responsabile del Dipartimento Gioielli e Luxury) che, oltre a una solida expertise, ha un network di relazioni importanti in Italia e nel resto del mondo, sotto la guida del nostro amministratore delegato Gareth Jones.
Le aggiudicazioni di cui ha parlato sono decisamente elevate, destinate a un collezionismo molto facoltoso. Esiste però un nuovo collezionismo, meno dovizioso di quello, che tuttavia si sta affacciando sul mercato. Avete pensato a uno spazio anche per loro?
Certamente. C’è in atto un grande cambiamento generazionale i nostri collezionisti «storici», quelli che hanno esordito negli anni ’70, hanno ormai un’età avanzata, ma sta crescendo una nuova generazione. Il nostro pubblico è sempre più giovane e diversificato, e si rivolge all’arte contemporanea con grande attenzione. E noi, che abbiamo allargato di molto il bacino anche grazie all’online, abbiamo istituito il segmento «Contemporary Discoveries», con stime che variano dai cinque ai 100mila euro. Nel maggio scorso, a Milano, abbiamo tenuto un’asta di questa tipologia che ha totalizzato 2,6 milioni di euro.
Niente smobilitazione, dunque?
Alla luce di tutto ciò, direi proprio di no. Stiamo consolidando l’Italia in ambiti che sono settori-chiave anche all’estero, come il Design, di cui a fine settembre presenteremo a Milano un’asta molto selezionata. La vendita includerà venti lotti di vetri di Murano provenienti da un’unica collezione, oltre a pezzi di Gio Ponti, Fausto Melotti, Lucio Fontana, Pietro Chiesa ed Ettore Sottsass. A ottobre (11-25) avremo poi la vendita Fine Jewels che quest’anno includerà gioielli con provenienza nobiliare, realizzati dalle più importanti maison italiane e francesi, insieme a una selezione di pietre di colore.
Le Luxury Sales crescono di anno in anno da Sotheby's a livello globale, sia per dimensioni che per valore, e l'anno scorso sono più che raddoppiate. Stiamo assistendo alla partecipazione di nuovi offerenti e di un numero record di collezionisti di età pari o inferiore a 39 anni nelle nostre categorie di lusso, il che è molto entusiasmante. Il 22 novembre sarà invece il momento dell’asta di Arte Contemporanea, con opere importanti, tra le altre, di Fontana, Boetti e Morandi. Ma non solo, espanderemo il nostro mercato nel «Luxury» e, con RM Sotheby’s, punteremo sulle auto da collezione. È un mercato in fortissima espansione e intendiamo diventare un punto di riferimento anche in questo settore.