Due nuove istituzioni celebrano l’universo Lgbtq+

A Londra apre il primo museo Lgbtq+ del Regno Unito, mentre a Vienna è in progetto di rendere stabile il neonato Queer Museum

Lo spazio espositivo principale del museo Lgbtq+ Foto: Queer Britain
Flavia Foradini |  |  Londra e Vienna

Il primo museo Lgbtq+ del Regno Unito, fondato dall’associazione Queer Britain, aprirà in primavera a Kings Cross, nell’edificio di proprietà dell’associazione Art Fund. Lo spazio ospiterà quattro gallerie, un laboratorio, uno spazio educativo, un negozio di souvenir e uffici.

La nuova istituzione «celebra le storie, le persone e i luoghi che sono così intrinseci alla comunità queer nel Regno Unito, e oltre», dice un comunicato. L’ingresso sarà gratuito e il museo sarà finanziato attraverso «tutti i soliti canali: donazioni, vendita al dettaglio, partnership, trust e fondazioni».

Il direttore del museo è Joseph Galliano, l’amministratore delegato di Queer Britain ed ex direttore della rivista «Gay Times». Il gruppo consultivo del museo include Clare Barlow, curatore capo del gruppo Science Museum, e Sandy Nairne, l’ex direttore della National Portrait Gallery di Londra.

L’archivio di Queer Britain è attualmente ospitato presso il Bishopsgate Institute, che detiene anche un vasto archivio di media del mondo lesbo e gay e una biblioteca di circa 10mila titoli.

Altri musei del Regno Unito hanno importanti archivi Lgbtq+, tra cui il National Museums Liverpool, che comprende oggetti come volantini e letteratura legati ai principali eventi e club gay del Regno Unito, e il Victoria and Albert Museum di Londra, che ospita una serie di oggetti legati alla storia Lgbtq+.

A Vienna invece, per ora sarà una sorta di museo pop-up ma il progetto è di rendere stabile il neonato Queer Museum e farlo diventare anche una piattaforma di dialogo sull’arte contemporanea «non eterosessuale».

Il primo assaggio della nuova iniziativa è ospitato sino all’estate nel Volkskundemuseum (Museo di Arte Popolare): «È finalmente tempo che vi sia anche a Vienna un’istituzione che si faccia interprete delle istanze della vibrante e vivace comunità Lgbtq+, spiega Thomas Trabitsch, diplomato all’Accademia di Belle Arti e animatore del nuovo museo. 

Vogliamo concentrarci sulle possibilità per esprimere e discutere la produzione artistica, culturale, e lo stile di vita queer della città. Non è tuttavia solo l’arte a interessarci, e quindi proporremo anche eventi su questioni socio-culturali come la parità di diritti, la lotta alla discriminazione e la visibilità delle minoranze».

Oltre al Volkskundemuseum, altro partner dell’iniziativa è il QWien, Centre for Queer History Vienna, già da tempo attivo con l’obiettivo di «celebrare la storia e le radici queer della capitale austriaca, segnate da ostracismi ed esclusione, rifuggendo però da ogni “museologia del cordoglio”».

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