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Due anni in campagna tra un prima e un dopo

Chiara Coronelli

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Nel 2011 Gregory Crewdson lascia New York per trasferire casa e studio a Becket, un villaggio del Massachusetts che frequentava da bambino. Si isola nella natura per riprendersi da una vicenda privata che lo tiene lontano dal lavoro per quasi due anni, silenzio da cui esce con una nuova serie che realizza tra 2013 e 2014, tornando a fotografare.

Fino al 5 marzo le trentuno stampe digitali a pigmento della sua «Cathedral of the Pines», titolo tratto dal nome di un sentiero nei dintorni di Becket, sono esposte alla Gagosian Gallery di New York, oltre che pubblicate nell’omonimo volume edito da Aperture.

Ripresi secondo consuetudine come fossero set cinematografici, questa volta i tableaux sembrano più intimi e personali, guardano di più alla pittura, pur condividendo con le opere precedenti il senso di mistero e un’indefinitezza che deriva dal tempo bloccato.

I personaggi sono ripresi negli interni delle abitazioni o nel paesaggio che le circonda, fermi tra un prima e un dopo che non viene raccontato, stralunati e come assenti nelle loro esistenze enigmatiche, che pure ricalcano una realtà più che plausibile.

Chiara Coronelli, 11 febbraio 2016 | © Riproduzione riservata

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