Drouot vuole rilanciarsi

Marie Potard |  | Parigi

Drouot rappresenta un modello unico al mondo, con i suoi 75 operatori di vendite all’asta e i suoi 5mila visitatori al giorno. Ma l’apertura alla concorrenza che risale ormai a quindici anni fa, le decisioni prese in passato e lo scandalo dei colletti rossi (i «cols rouges», gli addetti al trasporto delle opere; cfr. n. 302, ott. ’10, p. 88) hanno inceppato il meccanismo. A questo si è aggiunta la defezione dei banditori più dinamici che hanno creato i loro propri spazi: Jacques Tajan ne è stato l’iniziatore, seguito da Artcurial e poi da Piasa e Cornette de Saint Cyr nel 2014. Questa emorragia non è stata senza conseguenze e il fatturato di Drouot ha continuato a scendere.

Dopo un anno, dietro la spinta di Olivier Lange (direttore generale di Drouot Patrimoine dal 2011), sembra che le cose si stiano muovendo: in febbraio, Alexandre Giquello, 44 anni, è stato designato presidente del Consiglio di
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