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Recupero di opere d’arte nella chiesa di San Biagio San Biagio (Mo), 2012 © Alessio Mamo/Redux

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Recupero di opere d’arte nella chiesa di San Biagio San Biagio (Mo), 2012 © Alessio Mamo/Redux

Dieci anni dopo: i conti del terremoto del 2012

Secondo la Regione Emilia Romagna, più del 95% degli edifici privati danneggiati è stato restaurato, mentre segnano il passo i restauri a quelli vincolati

Stefano Luppi

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In occasione del decennale del terremoto del 20 e 29 maggio 2012 in Emilia Romagna (ma anche nei territori di Mantova e Rovigo, con complessivi 28 morti, oltre 300 feriti e circa 45mila sfollati), la Regione Emilia Romagna ha fornito i dati sulla ricostruzione che nelle province interessate (Modena, Reggio Emilia, Bologna e Ferrara) ha ormai superato il 95% degli edifici privati, segnando il passo solo sugli edifici pubblici e vincolati.

In relazione ai danni provocati dal sisma (oltre 12 miliardi di euro soprattutto al comparto industriale legato al biomedicale), finora sono stati concessi contributi per quasi 6,5 miliardi di euro, erogati alle famiglie e alle imprese. Di questi, già liquidati oltre 5 miliardi di euro per 17.500 abitazioni ripristinate, con 27mila persone rientrate nelle case, 570 scuole e migliaia di attività commerciali, artigiane e dei servizi, industriali e agricole, cui si assommano 1.100 interventi nei centri storici e 330 chiese riaperte al culto.

«Proseguiamo con il Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali, condiviso con le Soprintendenze e le autorità ecclesiastiche proprietarie, ha spiegato il presidente della Regione Stefano Bonaccini: questo comparto è più complesso anche per i vincoli storici e architettonici esistenti. La ricostruzione dopo il sisma emiliano, comunque, non ha eguali in Italia se rapportata ad altri terremoti: il "cratere" era di 59 comuni nel 2012 e oggi è a quota 15». Per quanto riguarda opere pubbliche e dei beni culturali le risorse totali, compresi numerosi cofinanziamenti, sono finora pari a 1,477 miliardi di euro, per la grande parte proveniente dall’ufficio del commissario delegato alla ricostruzione (lo stesso Bonaccini).

In totale, gli interventi del «Programma delle opere pubbliche e dei beni culturali» sono 1.788, di cui 1.708 con copertura completa dell’intervento, mentre sono 651 i cantieri conclusi e 611 quelli ancora in corso. Delle 495 chiese danneggiate, 325 risultavano inagibili. Ad oggi sono stati stanziati 346 milioni di euro destinati a 478 edifici di culto, cui si aggiungono i 6 milioni di euro per 15 edifici provvisori, realizzati già poche settimane dopo le scosse a fianco delle chiese inagibili. Oggi sono 330 le chiese riaperte e 130 i cantieri attivi o in fase di rendicontazione finale, per un importo totale di 113 milioni.

Per i centri storici, fortemente «identitari» per le comunità locali e pesantemente danneggiati, in aggiunta a 18 milioni di euro erogati dalla Regione nel 2018 attraverso un finanziamento speciale sono stati stanziati, dal 2019 a oggi, 58 milioni di euro di risorse regionali per quasi mille interventi di riqualificazione o nuove aperture di botteghe, uffici, attività artigianali e professionali. Numeri completi sui siti decennalesisma2012.it e regione.emilia-romagna.it. Nel proprio resoconto la Regione non ha fornito indicazioni per quel che riguarda il restauro dei beni mobili, in particolare quadri, sculture, arredi sacri, danneggiati dalle scosse.

Nel 2012 il Ministero della Cultura creò, a Palazzo Ducale di Sassuolo (Mo), il Centro di raccolta e restauro delle opere danneggiate dal terremoto, in collaborazione con Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro (Iscr) e Opificio delle Pietre Dure (Opd), che arrivò a ospitare oltre mille pezzi su cui venne condotta una prima manutenzione preliminare al restauro vero e proprio, affidato a restauratori privati.

Recupero di opere d’arte nella chiesa di San Biagio San Biagio (Mo), 2012 © Alessio Mamo/Redux

Stefano Luppi, 24 maggio 2022 | © Riproduzione riservata

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