Deserta l’asta del Casino dell’Aurora

Sul sito della Fallco Aste, pochi istanti dopo le 15, è comparso l’avviso: «Gara chiusa. Gara non aggiudicata». Il 7 aprile si procederà a una nuova asta con valore ribassato: 376.800 milioni di prezzo base e 282.600 milioni di offerta minima

Il Casino dell’Aurora Boncompagni Ludovisi
Arianna Antoniutti |

Come da molti previsto, è andata deserta la vendita all’asta del Casino dell’Aurora Boncompagni Ludovisi. Il 17 gennaio, alle ore 23:59, scadevano i termini per la presentazione delle offerte. Prezzo base: 471 milioni di euro, offerta minima 353,25 milioni, rialzo minimo 1 milione. Alle ore 15 di oggi era prevista l’apertura della vendita telematica senza incanto, sul sito della Fallco Aste che, in chiusura dell’asta, avrebbe dovuto pubblicare in Blockchain la relazione di gara con i rilanci effettuati, visibili in forma anonima. Invece, pochi istanti dopo le 15, è comparso l’avviso: «Gara chiusa. Gara non aggiudicata».

Notizia dell’asta era stata inviata a un indirizzario costituito da 20mila «facoltosi», tra cui sembrerebbero figurare Bill Gates e il sultano del Brunei, ma nessuno di essi ha manifestato interesse per l’acquisto, a una cifra a dir poco considerevole, dell’edificio storico. Il 7 aprile il Casino andrà nuovamente in asta, con valore ribassato: 376.800 milioni di prezzo base e 282.600 milioni di offerta minima.

Il ricorso a un’asta giudiziaria è stato reso necessario dal contenzioso apertosi fra la vedova del principe Nicolò Boncompagni Ludovisi, scomparso nel 2018, e i tre figli avuti dal primo matrimonio. L’eco della vendita, subito dai media denominata «l’asta del secolo», ha suscitato inevitabili reazioni. Se Tomaso Montanari ha invocato l’intervento dello Stato per acquisire il bene, la senatrice Margherita Corrado (Gruppo Misto) ha presentato un’interrogazione, relativa alle modalità utilizzate per la stima del Casino, al Ministro della Cultura Dario Franceschini, mentre un’immancabile raccolta di firme su change.org, giunta a quota 38mila, chiedeva di utilizzare i fondi del Pnrr per acquistare la Villa.

Come ha fatto però notare su «Il Giornale dell’Arte» Alessandro Morandotti, tali fondi «sono vincolati ad azioni temporanee e a termine, per alimentare la digitalizzazione, la transizione ecologica e l’inclusione sociale». «Se però davvero quei fondi europei, continua Morandotti, potessero essere spesi per azioni permanenti, preferirei che fossero destinati alle assunzioni di nuovi conservatori di musei, funzionari di Soprintendenza, bibliotecari, ormai ridotti a un manipolo di valorosi e isolati uomini al servizio del patrimonio artistico della nazione».

Il compito di stimare il Casino, e le opere in esso contenute, era stato affidato dal Tribunale di Roma ad Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’arte moderna presso l’Università La Sapienza di Roma, accademico dei Lincei e direttore della rivista «Storia dell’Arte». Da noi intervistato Zuccari aveva illustrato il metodo adottato per stimare tali capolavori, tra cui figurano l’unicum costituito dal dipinto murale di Caravaggio «Giove, Nettuno e Plutone», realizzato nel 1597 per il cardinale Francesco Maria del Monte, e l’«Aurora» di Guercino, quest’ultima dipinta a tempera nel 1621 sulla volta della sala a piano terreno.

Con il metodo dei «comparables» (transazioni comparabili) si era giunti alla valutazione di oltre 432 milioni di euro per le opere d’arte (di cui 310,8 per il solo Caravaggio) mentre il valore del complesso architettonico del Casino era stato valutato 45 milioni. La metodologia applicata è stata oggetto di rilievi da parte di Gloria Gatti poiché «la stima, che risulta una somma dei valori dell’immobile a quella di pitture murarie e affreschi, inscindibili per vincolo e per natura, non appare corretta trattandosi di beni inseparabili». Mentre Fabrizio Lemme ha ribadito come «l’opera costituisce un unicum e pertanto non esistono termini di paragone che consentano di indicarne il prezzo».

Il 7 aprile dunque l’asta sarà ripetuta, e se alla prossima tornata ci sarà un acquirente, lo Stato italiano, entro il termine di 60 giorni, potrà esercitare il proprio diritto di prelazione. Chi si aggiudicherà il Casino dovrà essere pronto a destinare 11 milioni di euro per effettuare i lavori di restauro che, da un sopralluogo ispettivo della Soprintendenza Speciale, si sono rilevati necessari.

La Soprintendenza richiede infatti inteventi non solo sulle strutture architettoniche, ma anche sui beni artistici (superfici dipinte e statue) e, nel dettaglio: demolizione di alcune superfetazioni, rifacimento degli impianti in maniera compatibile con il valore storico artistico del manufatto, ripristino delle finiture dell’intero immobile, risarcimento di tracce e scassi realizzati nella muratura con tecniche tradizionali e materiali identici agli esistenti. Alcuni interventi, come precisa la Soprintendenza, «sono indifferibili, altri programmabili nel tempo, ma non per questo incidono meno sulla previsione dei lavori da eseguire sull’immobile per preservare il suo valore storico, artistico e architettonico».

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