Domenico Trentacoste, «Pia de’ Tolomei», 1896 circa. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d’arte moderna

Image

Domenico Trentacoste, «Pia de’ Tolomei», 1896 circa. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d’arte moderna

Dante secondo i simbolisti

Al Bargello la fascinazione esercitata dal Divin Poeta nella seconda metà del XIX secolo, fino agli albori del cinema

Nel panorama delle celebrazioni dantesche la mostra al Museo del Bargello «La mirabile visione. Dante e la Commedia nell’immaginario simbolista» (fino al 9 gennaio) a cura di Carlo Sisi con Ilaria Ciseri, riunisce le risposte degli artisti alla fascinazione esercitata dal Poeta nella seconda metà del XIX secolo, in tutta Europa.

La sede, il Bargello, è peraltro il luogo in cui Antonio Marini nel 1840 scopriva, nella cappella del palazzo, il «Ritratto di Dante», affrescato dalla bottega di Giotto; fino ad allora adibito a carcere, il Bargello aprirà le porte come primo museo nazionale nel 1865 (nello stesso anno in cui Firenze è capitale) con una mostra dedicata all’Alighieri nel sesto centenario della nascita del Poeta.

E se Dante era stato visto per tutto il Risorgimento come il «precursore dell’unità e libertà d’Italia», il suo mito percorrerà i decenni successivi, fino agli anni venti del Novecento. La mostra indaga infatti il mutare delle sensibilità, rivelando quanto «La vita Nova» e la «Divina Commedia» si rivelino presto corrispondere a un’inquietudine tutta moderna.

Il percorso è suddiviso in sei sezioni tematiche, aprendosi coi ritratti danteschi (italiani e stranieri), per poi proseguire con le raffigurazioni delle donne dell’universo dantesco (dalla Beatrice di Aristide Sartorio, alla Pia de’ Tolomei di Domenico Trentacoste), e sottolineando poi la continuità di un immaginario dantesco, pur nelle differenze, tra Romanticismo e Decadentismo, da Gustave Doré a Auguste Rodin e Gaetano Previati.

Una sezione è dedicata alla ricchezza della produzione grafica tra la fine dell’Ottocento e gli anni venti, da Ambroise Vollard a Parigi a Vittorio Alinari a Firenze, il quale affida l’edizione illustrata della Divina Commedia a artisti quali De Carolis, Fattori, Chini, Cambellotti.

E infine il cinema: la mostra ci conclude infatti con una selezione di scena tratte dall’eccentrico e delirante film «Inferno» di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe De Liguoro che fu un evento epocale per la cinematografia italiana. Il catalogo (Polistampa) reca testi di Sisi e Ciseri ma anche di Silvio Balloni, Francesco Galluzzi, Emanuele Bardazzi e Laura Melosi.

Domenico Trentacoste, «Pia de’ Tolomei», 1896 circa. Firenze, Gallerie degli Uffizi, Galleria d’arte moderna

Jean-Baptiste Carpeaux, «Ugolino», 1860 circa. Parigi, Musée d’Orsay

Otto Greiner, «Dante e Virgilio all’Inferno», 1896. Collezione privata

Laura Lombardi, 24 settembre 2021 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Ai numerosi appuntamenti nel Padiglione Monumentale si affianca anche la quarta conferenza internazionale Florence Heri-Tech sul futuro della scienza e delle tecnologie del patrimonio culturale

Due densi volumi di Francesca Baldassari ricostruiscono il corpus delle opere del pittore e disegnatore fiorentino del Seicento

Acquistati nel 2004 dal fotografo fiorentino, 16 vasi apuli sono stati sequestrati dai Carabinieri. Ma stavano a Palazzo d’Avalos da 300 anni

Nel Mad Murate Art District di Firenze Maree Clarke esplora il tema della cultura aborigena toccando luoghi inediti del continente australiano

Dante secondo i simbolisti | Laura Lombardi

Dante secondo i simbolisti | Laura Lombardi