Damien Hirst: «Sono un artista in fiore»
Intervista esclusiva sul suo nuovo progetto artistico

Ho visitato lo studio di Damien Hirst ad Hammersmith lungo il Tamigi, in una di quelle tipiche giornate inglesi piovigginose e grigie, venendo accolta da un’autentica esplosione di colori e da un Hirst raggiante, tutto sporco di colore e chiaramente nel suo elemento. Mi era stato raccomandato di mettere una vecchia tuta bianca e delle pantofole, nel caso in cui dovessi ritrovarmi anch’io imbrattata dal colore, che gocciolava alla Pollock su tutto il pavimento, e schizzava sulle superfici e sui sofà. Ero lì per parlare con Hirst del suo ritorno nello studio, dopo la lunga e intensa fase di produzione di «Treasures from the Wreck of the Unbelievable», e per vedere la sua nuova serie di dipinti di fiori di ciliegio in fase di produzione. Alcuni di essi sono ancora al loro stato di scheletro, in gestazione, e lui, con giocosa ironia, li descrive come «la versione brutta di Hockney». Altri sono carichi
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