Dal 2020 si chiamerà semplicemente Macro

Il direttore sarà selezionato con un bando pubblico e il Mattatoio sarà trasformato in un Laboratorio permanente sui linguaggi della performance

Il Macro a Roma
Guglielmo Gigliotti |  | Roma

L’Azienda Speciale Palaexpo cambia la rotta del Macro, Museo d’arte contemporanea di Roma, che dal primo gennaio 2020 non sarà più Macro Asilo, ma Macro e basta, e avrà un vero direttore, selezionato con bando pubblico.

L’attuale referente delle attività, Giorgio De Finis, che ha offerto opportunità espositive a tutti gli artisti che avevano risposto a un’open call (sinora quasi 650), rivoluzionando l’idea di museo e relativa fruizione, era stato cooptato dall’assessore alla crescita culturale Luca Bergamo nell’ottobre 2018.

La decisione dell’Azienda Speciale Palaexpo (che è presieduta dall’artista Cesare Pietroiusti e gestisce per conto del Comune anche Palazzo delle Esposizioni e Mattatoio), non è un disconoscimento dell’esperimento di Macro Asilo, definito «una proposta progettuale radicale e coraggiosa», ma una svolta verso una regolarizzazione dei ruoli e una
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