Da Lempertz convince la pittura nordica, deludono gli italiani
Fra i top lot nature morte fiamminghe e ritratti di artisti di area germanica. Invenduto invece il dipinto seicentesco di Recco e Stanzione

Quadri e buoi dei paesi tuoi. Verrebbe in mente di rispolverare la saggezza popolare scorrendo la lista dei realizzi della recente asta di Lempertz che si è tenuta il 18 novembre a Colonia, dedicata ai dipinti antichi. I risultati migliori sono stati infatti raggiunti da artisti di area tedesca, con qualche incursione fiamminga.
Una suggestiva natura morta del XVII secolo, firmata da Willem Claesz. Heda, di alto effetto virtuosistico per la riproduzione della luminosità dell’argento di una coppa e dei riflessi del vino contenuto in un bicchiere veneziano, è stata battuta per 277.200 euro a fronte di una stima compresa tra 160 e 180mila. Ancora più significativo è stato l’incremento per una «Cavalcata al tramonto» di Alfred von Wierusz-Kowalski, aristocratico polacco di nascita, ma attivo in Germania lungo tutto l’arco della carriera, esponente della cosiddetta «scuola di Monaco» del secondo Ottocento.
L’olio su tela raffigurante, con tratto un po’ di maniera, una carrozza trainata da due cavalli nel crepuscolo di un bosco invernale, ha triplicato la stima minima di 100mila euro mettendo a segno un realizzo di 304mila. Top price, con un prezzo di 409mila euro, da una forbice iniziale di 200-250mila, è invece il ritratto di un critico d’arte, lavoro giovanile (1868) di Wilhelm Leibl (1844-1900). Bene anche la bucolica veduta di Firenze e dintorni immortalata nel 1804 da Jakob Philipp Hackert, con un prezzo finale di 170.100 euro e un anonimo ritratto, sempre di scuola tedesca del tardo XVIII secolo, di un cortigiano di colore. Sarà stata la qualità della pittura oppure il sapore esotico del soggetto, fatto sta che il dipinto, pubblicato in catalogo a 12-16mila euro, è volato fino a 201.600 euro, vincendo la palma del lotto con incremento maggiore.
Questi numeri sembrano confermare che il mercato tedesco è attento soprattutto ai gioielli di casa, forte di una partecipazione alle aste da parte del pubblico locale. Appena ci si allontana al di là delle Alpi, si spengono i fuochi di artificio. L’arte italiana, ad esempio, pur rappresentata da alcune tele di buona fattura, non ha lasciato il segno all’interno della vendita. Il grande olio seicentesco «Ritratto di pescatore», opera dei napoletani Recco e Stanzione, stimato tra 100 e 140mila euro, è rimasto senza acquirenti, così come la «Sacra Famiglia» di Giulio Francia, a scapito di una partenza assai più ridotta (30mila euro).
Si è infine venduta per 75.600 euro, centrando appieno la valutazione della casa di 60-80mila euro, la Madonna in trono con Bambino, affiancata da San Nicola da Tolentino e San Sebastiano, prodotta nella Ferrara estense del Cinquecento dal maestro della Maddalena Assunta.