Da Bolaffi Schiele è nudo
Un’importante tecnica mista su carta dell’artista austriaco (stima: un milione) sarà il lotto di punta dell’asta in programma a Torino il 7 e 8 novembre

Un «Nudo sdraiato» firmato da Egon Schiele, dolente, dai tratti affilati di un corpo tormentato e amputato in cui l’eros pare incontrare la morte, sarà il lotto di punta dell’asta di arte moderna e contemporanea che la casa d’aste Bolaffi allestirà il 7 e 8 novembre a Torino. Dal valore museale (stima: un milione di euro), si tratta di una tecnica mista (gouache, acquerello e matita su carta), appartenuta in origine all’avvocato di Schiele, Alfred Spitzer e vanta importanti esposizioni alle spalle fra cui a Vienna nel 1935, a New York nel 1971 e a Torino nel 1974, città dove è rimasta per quasi cinquant’anni in una collezione privata. L’opera dalla dirompente carica espressionista, realizzata da uno Schiele appena ventenne ma già sensibile interprete delle profonde trasformazioni sociali e culturali in corso nella Vienna di fine impero, è stata presentata al pubblico in anteprima l’11 ottobre a Milano, nello spazio di Carlo Cracco in galleria Vittorio Emanuele anche con l’intervento del divulgatore e storico dell’arte Jacopo Veneziani.
Lo «svelamento» dello Schiele è coinciso con la prima partecipazione di Filippo Lotti in qualità di neodirettore generale (dall’11 settembre scorso) di Aste Bolaffi. Dopo l’approvazione del bilancio 2023 della società, subentrerà anche come amministratore delegato a Filippo Bolaffi, che manterrà il ruolo di presidente. Il curriculum di Lotti è di tutto rispetto: già amministratore delegato di Sotheby’s Italia, manager internazionale nel mercato del collezionismo e delle aste, è anche un esperto bibliofilo e banditore d’asta. Con l’occasione «Il Giornale dell’Arte» lo ha intervistato per conoscere i futuri progetti e iniziative dell’azienda.
Dottor Lotti, oltre allo Schiele, ci può fornire qualche anticipazione sulle opere che faranno parte del catalogo dell’asta di arte moderna e contemporanea del 7 e 8 novembre?
Sarà un’asta significativa, a cui grazie al lavoro svolto da Caterina Fossati, esperta del dipartimento, abbiamo voluto dare un’impronta molto speciale. Il 7 novembre saranno battuti oltre 170 lotti, di cui un’ottantina saranno opere su carta di diversa provenienza ma accomunate dall’interesse internazionale e dalla qualità, pur nell’accessibilità dei valori, in linea con la tradizione di Bolaffi di proporre opere per quasi tutte le tasche (le quotazioni oscillano dai mille euro a varie decine di migliaia con qualche punta ulteriore Ndr): Miró, Picasso, Klimt, Klee, Magritte, Kounellis, Keith Haring, Otto Dix, Léger accanto a Sironi, Balla e Arturo Martini, solo per fare alcuni esempi. Un’offerta che dà un’identità originale e distintiva all’asta, forse la prima in Italia con una scelta di lavori su carta del genere. Fra le opere uniche invece spiccano sei inediti piccoli arazzi di Boetti della serie «Ordine e disordine» del 1973 fra i suoi primi lavori di questo tipo (stima 50-80mila euro l’uno) e una «Natura morta con pesce e quadro» di de Pisis, olio su tela del 1932 di pregio museale, proveniente in origine dalla collezione di Riccardo Gualino, valutato 40-60mila. L’asta si concluderà il giorno successivo con un catalogo comprensivo di una raccolta di manifesti autografati da artisti, dal 1958 ai giorni nostri e una collezione di autografi d’artista, per valori dai 150-200 euro fino ai mille circa.
Quali sono gli obiettivi che si prefigge Aste Bolaffi con la sua chiamata al timone dell’azienda?
Bolaffi è uno dei nomi di punta fra le case d’aste italiane e ritengo che la mia nomina si inserisca in un naturale percorso di ulteriore sviluppo. Il mio compito dai prossimi mesi sarà quello di potenziare i mercati dove l’azienda è già presente, facendoli crescere. La mia consuetudine a pensare in modo internazionale (quasi obbligata) date le esperienze lavorative precedenti, è senz’altro un valore nuovo che posso offrire. Peraltro il gruppo Bolaffi ha ben presente la necessità di fronteggiare un mercato sempre più internazionale e lo testimoniano anche le due «antenne all’estero» che possiede, ovvero le case d’aste Soler y Llach in Spagna e Harmers of London.
Esistono dipartimenti che intende rafforzare particolarmente, anche nell’ottica di avvicinare nuove tipologie di clienti?
Numismatica e filatelia costituiscono l’aspetto identitario e più tradizionale dell’azienda, che in questi campi rappresenta un riferimento assoluto, ben riconosciuto, non solo in Italia. È meno noto invece che Bolaffi si occupa da anni con successo anche di altre categorie: penso a gioielli, orologi, arte moderna, vini, libri, design, motociclette, fashion vintage, memorabilia solo per citare i principali. Nello sviluppare le diverse categorie, anche in termini di comunicazione, punterò all’espansione della clientela, con la partecipazione di un pubblico anche di giovani, ma sempre mettendo al centro la qualità di quanto proposto.
Quale aspetto del nuovo incarico sta già apprezzando?
Non rinnego nulla del mio passato lavorativo in una multinazionale perché ritengo sia stato un privilegio, ma dopo tanti anni sono felice ora di far parte di un’azienda italiana, composta da persone entusiaste e dinamiche, in cui insieme alla mia squadra mettere a fuoco idee e subito provare a realizzarle, per essere insomma «artefici della nostra fortuna». Pur non essendo il proprietario dell’azienda la piacevole sensazione è quella finalmente di guidare la mia auto, prima era solo presa in affitto.