La Cappella Sansevero. Foto di Marco Ghidelli. © Archivio Museo Cappella Sansevero

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La Cappella Sansevero. Foto di Marco Ghidelli. © Archivio Museo Cappella Sansevero

Crescite record degli eredi del principe

Il Museo Cappella Sansevero ha raggiunto quota 700mila visitatori

Olga Scotto di Vettimo

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Il Museo Cappella Sansevero non è solo meta imprescindibile per chi visita la città, ma è anche tra i monumenti più frequentati dai napoletani, attirati, come i forestieri, dall’indissolubile rapporto che lega il sito a Raimondo di Sangro principe di Sansevero, colto e raffinato intellettuale che volle dare a questo luogo carattere e impronta riconducibili alla complessa vicenda dell’Illuminismo europeo.

Luogo di arte, oltre che di scienza, alla Cappella è stato di recente dedicato un importante prodotto editoriale in due volumi a tiratura limitata realizzato da Scripta Maneant Edizioni (testi di Fabrizio Masucci, Peppe Barra, Marco Bussagli), che raccoglie la campagna fotografica in scala 1:1 realizzata da Carlo Vannini con la collaborazione di Gianni Grandi.

Assieme alla bellezza del sito, un altro dato è da alcuni anni oggetto di rilievo: l’attenta e propositiva azione di cura, promozione e valorizzazione operata dalla direzione di Fabrizio Masucci, discendente del principe al pari di tutti i membri del Consiglio di amministrazione.

Se già nel 2017 il Financial Times FT 1000 - Europe’s Fastest Growing Companies aveva incluso il Museo nella classifica delle mille imprese europee con il maggior tasso di crescita del fatturato (2012-15), adesso è la volta del Premio Industria Felix 2019 conferito alle migliori 50 imprese campane (bilancio 2017).

L’aumento dei visitatori, 700mila nel 2018 (+18% rispetto al 2017, +178% di visitatori paganti in cinque anni), che ha un corrispettivo negli accessi al sito web e nei follower dei canali social, ha determinato negli anni l’implementazione dei servizi e dell’offerta: l’ampliamento dell’orario di apertura; la free wi-fi zone nei tratti di strada antistanti, dotati dal 2016 di moderni arredi urbani; la biglietteria online (circa +50% acquisti rispetto al 2017) e il servizio audioguida in 5 lingue (il 14% di utilizzo nel 2018).

Il museo ha confermato nel 2019 scelte culturali dirette a pubblici diversi come le visite tematiche serali svolte la scorsa primavera (curate da Martin Rua, dall’Associazione culturale NarteA e dal direttore Fabrizio Masucci). È stata rinnovata anche la collaborazione con l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, con la proposta della borsa di ricerca (12mila euro) istituita lo scorso anno e destinata a giovani ricercatori per l’approfondimento del ruolo di Raimondo di Sangro nel più ampio quadro dell’Europa del Settecento.

Nell’ambito dell’accordo tra Cappella Sansevero e IISF è stata proposta al pubblico l’opera-reading curata dall’Associazione Quidra, che si occupa di ricerca sui linguaggi delle scienze umane, delle arti audiovisive e musicali, e il 4 dicembre sarà anche organizzata una giornata di studi sul Principe di Sansevero a Palazzo Serra di Cassano.

Il Museo ha inoltre confermato l’attenzione al sociale proseguendo, fino allo scorso luglio, il programma di visite «Sansevero in LIS» (in collaborazione con l’Ente Nazionale Sordi, Sezione Provinciale di Napoli, e l’Associazione Progetto Museo) e devolvendo l’incasso della serata del 27 settembre («Notte Europea dei Ricercatori») all’Istituto Nazionale Tumori - Fondazione Pascale.

Nel 2020 partirà il progetto finanziato dal Museo per l’implementazione di un modello di accoglienza e fruizione per persone con disturbo dello spettro autistico (DSA) in collaborazione con la cooperativa sociale Il Tulipano, l’Università degli Studi di Napoli Federico II e l’Università Parthenope.

La Cappella Sansevero. Foto di Marco Ghidelli. © Archivio Museo Cappella Sansevero

Olga Scotto di Vettimo, 13 dicembre 2019 | © Riproduzione riservata

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