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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliFirenze. Già a febbraio scorso Eike Schmidt, nuovo direttore delle Gallerie degli Uffizi (il polo che ingloba la Galleria degli Uffizi, il Corridoio Vasariano e i vari musei di Palazzo Pitti) si era mostrato favorevole al progetto di riunire in un unico percorso Palazzo Vecchio e Uffizi creando un percorso che, attraverso il Corridoio Vasariano, giungeva a Palazzo Pitti e al Giardino di Boboli.
Un progetto ambizioso, voluto anche dal sindaco di Firenze Dario Nardella, che suscita entusiasmi in chi ambisce a percorrere il mitico corridoio passando sopra Ponte Vecchio, finora accessibile solo a ristretti gruppi con prenotazione specie tramite tour operator e agenzie di viaggi (e con tempi di attesa molto lunghi), ma anche forti perplessità in chi si interroga sui problemi connessi a tale unificazione, dato l’ingente numero di visitatori che affollano gli Uffizi. Sarebbe necessario infatti spostare altrove la collezione di circa 600 autoritratti che riempiono le pareti del Corridoio, ma Eike Schmidt precisa che tale scelta non andrebbe a mutare un assetto storico, in quanto la collezione, iniziata dal cardinal Leopoldo de’ Medici, era un tempo esposta all’interno della Galleria, nella cosiddetta «Sala dei pittori» e solo dopo allestita, nel 1973, dall’allora direttore Luciano Berti nel Vasariano.
Schmidt nota inoltre quanto poco gli autoritratti, tra cui sono alcuni capolavori, vengano ammirati da chi percorre a buon passo il corridoio, più attratto dalle inedite vedute sull’Arno che dalla bellezza di dipinti lì esposti. Dipinti che Schmidt annuncia potranno essere meglio ammirati in futuro, meglio contestualizzati, nelle sale del museo.
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La galleria degli autoritratti nel Corridoio Vasariano
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