CONTINENTE ITALIA | La mappa di Lorenzo Balbi

Collezionisti, critici, curatori, direttori di museo ridefiniscono i confini di un paesaggio molto più vasto di quello spesso soffocato da alcuni meccanismi del sistema dell’arte | 1

Lorenzo Balbi. Foto di Caterina Marcelli
Lorenzo Balbi |

Quali sono, al di là dei soliti noti, gli artisti giovani o da riscoprire che oggi riscuotono l’interesse degli intenditori? «Il Giornale dell’Arte» con 17 autorevoli addetti ai lavori ha compilato una mappa: sono 135 i nomi che gli esperti consigliano di tenere d’occhio. Saranno i nuovi preferiti del 2021?

Non è semplice limitarsi a pochi nomi, per cui ho pensato che potesse essere efficace dividere la mia selezione per fasce di età cercando di includere artisti che utilizzassero diversi media e tematiche.

Inizio da tre artiste giovanissime: Eleonora Luccarini (1993), in questo momento ospite del progetto «Nuovo Forno del Pane», che lavora con la poesia e la performance, includendo scultura e, più recentemente, video. L’artista conduce una ricerca sui confini dell’identità e sulle sue molteplici manifestazioni e transizioni che mai portano a una visione unitaria e definitiva. Guendalina Cerruti (1991), artista italiana di base a Londra, lavora con la scultura sconfinando nell’installazione, affrontando tematiche legate all’emotività, alla fragilità e alla necessità umana di riscrivere costantemente la propria storia tramite oggetti, immagini o, come avviene sui social network, con messe in scene temporanee. Infine, Alice Visentin (1993) è una pittrice che fonda il proprio immaginario sulla cultura vernacolare delle comunità rurali, sulle loro credenze e istituzioni sociali. Affascinata dalle storie raccontate oralmente, l’artista ritrae figure umane in gruppo o singolari che si fondono con elementi naturali e architettonici.

Passando ad artisti più maturi propongo di nuovo un terzetto di artiste. Valentina Furian (1989) che impiega principalmente il video come mezzo espressivo ragionando sulla messa in scena cinematografica e la finzione narrativa. Benni Bosetto (1987), interessata alle diverse temporalità tramite cui una identità si manifesta, guardando alla ritualità come strategia per mettere in questione le categorie stringenti del pensiero. Giulia Cenci (1988), infine, che lavora con la scultura tramite grandi installazioni ambientali guardando a un immaginario postumano e dando forma a figure soggette a una continua metamorfosi tra animale, meccanico e umano.

Tra gli artisti miei coetanei cito Diego Marcon (1985), che lavora con scultura e video, rievocando quei sentimenti di tensione verso un assoluto perduto tipici del romanticismo moderno. Attualizzandolo in chiave contemporanea, i suoi lavori appaiono come stralci di una umanità malinconica e disincantata. Cito poi Ludovica Carbotta (1982), che tramite scultura, installazione e disegno, si interroga sulla natura dell’immaginazione e grazie a un attento utilizzo della narrazione, crea nuove architetture e personaggi che si interrogano sulla società e le sue problematicità. E, infine, Aldo Giannotti (1977), artista che vive e lavora a Vienna da diversi anni. Poco noto al pubblico italiano, ha sviluppato una ricerca sulla natura del museo e sulle sue contraddizioni, impiegando il disegno come tecnica privilegiata. La sua prima mostra personale in un’istituzione italiana sarà inaugurata al MAMbo nel gennaio 2021.

Per concludere due artisti più grandi: Cesare Pietroiusti (1955), la cui ricerca ha influenzato diverse generazioni, mettendo in questione i metodi di produzione artistica e di cui ho curato la prima retrospettiva in una istituzione museale al MAMbo l’anno passato; e Mariella Simoni (1948), tra gli artisti di documenta IX nel 1992, a mio avviso un’artista interessantissima e capace di rinnovarsi ancora oggi, a cui ho dedicato una personale a Villa delle Rose nel 2018.

L'autore è direttore del MAMbo, Museo d’Arte moderna, Bologna



CONTINENTE ITALIA
Una mappa dell'arte italiana nel 2021

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