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Competenza, non appartenenza

Bruno Zanardi

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Mi riferisco ai due importanti editoriali di Massimo Montella e Daniele Manacorda comparsi in prima pagina sullo scorso numero di «Il Giornale dell’Arte», il solo organo di stampa rimasto a interessarsi della tutela del nostro patrimonio artistico. Ai due editoriali rimane sotteso un «però» fondamentale in quanto non chiamano in causa a chiare lettere il vero problema che grava sul Mibact.

Il problema ancora oggi irrisolto è lo stesso invano posto in evidenza da Sabino Cassese all’atto stesso della fondazione del Ministero per i Beni culturali e ambientali nel 1975, ben 41 anni fa. Cito a memoria: «Il nuovo Ministero è una scatola vuota. Il provvedimento della sua istituzione non prevede la stesura d’una nuova legge di tutela incardinata a una nuova politica di tutela, e non si capisce perché Soprintendenze che non funzionavano dentro la “Direzione Generale Antichità e Belle Arti”, il luogo dove fino a oggi sono state, debbano improvvisamente mettersi a funzionare quando spostate dentro a un Ministero».

Parole sante, anzi santissime, le quali in primis chiariscono che il principale artefice del sempre più immenso ritardo culturale in cui lavora il Mibact sia stato Spadolini con l’aver creato un Ministero che era, e resta, una inutile copia della Direzione Generale Antichità e Belle Arti del 1939. Dopodiché parole che ben spiegano perché la decina e più di riforme messe in piedi dai ventiquattro (24!) ministri che si sono succeduti dal 1975 a oggi, col loro dividere, regionalizzare, accorpare, aumentare di organico ecc.

Soprintendenze che non funzionano, si siano tutte rivelate inutili, quando non spesso peggiorative dell’esistente, quindi in continuità rispetto all’inutile, anzi dannoso, Ministero di Spadolini. Vero è che la riforma di Franceschini ha maggior coraggio e impegno di quelle dei precedenti colleghi, ma le molte e serissime questioni organizzative e tecnico scientifiche, cioè politiche, messe in fila negli editoriali di cui sopra si possono affrontare solo affidandone la soluzione a figure scelte per competenza (le pochissime che ci sono), e non per appartenenza (i burocrati del Mibact e dell’Università). Che poi è quel che chiedeva di fare Cassese 41 anni fa. 

Bruno Zanardirestauratore, docente universitario e polemista nel nome d’Urbani

Bruno Zanardi, 04 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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Competenza, non appartenenza | Bruno Zanardi

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