Come si costruisce la più grande associazione d’Italia

Angelo Maramai, direttore generale del Fai dal 2009, ce lo racconta

Un gruppo di iscritti e funzionari del Fai durante la raccolta fondi realizzata con Telethon sulla Rai nel 2008. Foto di Gabriele Basilico, 2018; © Fai-Fondo Ambiente Italiano
Ada Masoero |

Nel 2018 i visitatori dei beni del Fondo Ambiente Italiano (Fai) sono stati oltre 868mila, contro i 358mila del 2010, e quasi 191mila sono state le iscrizioni, a fronte delle 70.688 dell’inizio del decennio, mentre i proventi di gestione sono schizzati dai 13,8 milioni di allora agli oltre 29 milioni dell’anno passato. Regista di questo successo («Insieme alla mia ottima squadra», precisa lui) è Angelo Maramai, direttore generale del Fai dal novembre 2009, dopo una lunga presenza, di altrettanto successo, in Telethon, l’istituzione fondata nel 1991 da Susanna Agnelli con l’obiettivo di promuovere gli studi sulle malattie genetiche rare. A lui chiediamo com’è arrivato a questi risultati in un settore come la raccolta fondi che, se oggi è riconosciuto e normato, agli inizi della sua carriera era ancora a dir poco «artigianale» e, in più, guardato con qualche sospetto.

Dottor Maramai, per
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