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Francesca Petretto
Leggi i suoi articoliColonia. Rembrandt Harmenszoon van Rijn, genio, virtuoso, stella della pittura seicentesca, amatissimo in Germania, che lo ha celebrato più che degnamente nel 350mo anniversario della sua scomparsa (il 4 ottobre 1669 ad Amsterdam).
Questa del Wallraf-Richartz-Museum di Colonia, intitolata «Inside Rembrandt. 1606-69» (fino al primo marzo), va in profondità, offre un’immersione totale nel suo mondo olandese di Leida prima, di Amsterdam poi, e ne racconta la vita sospesa tra commedia e tragedia, genio e vita, studio e successo, provando a comprendere quando e come è nata la sua fama davvero universale.
Per fare ciò, accanto alle opere di Rembrandt della collezione di casa, il museo renano presenta alcuni prestiti internazionali eccezionali, soprattutto dalla Galleria Nazionale di Praga che è anche partner della mostra; quanto ai capolavori mostrati del maestro originario di Leida e di altri pittori olandesi, soprattutto suoi allievi, come Jan Lievens (1607-74), Govert Flinck (1615-60) e Ferdinand Bol (1616-80, forse il più dotato e apprezzato di tutta la cerchia), essi ruotano attorno un’opera centrale, simbolo dell’apice della sua carriera, il meraviglioso «Studioso alla sua scrivania» (1634), proveniente anch’esso da Praga.
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