Che noia i giardini «vegetally correct»!

Il diarismo da giardino è un genere che ha seguaci appassionati, laddove le vicende delle piante servono anche a narrare di esperienze personali o a fare riferimento a vicende della storia dell’arte e della cultura. Paolo Pejrone, architetto dei giardini, come Ippolito Pizzetti prima di lui, ha dalla sua la felicità della penna. Il proposito è chiaro: «ben vengano le emozioni, le esagerazioni, i tentativi, la vita vivace, la paura, le speranze, le gioie, le sorprese».
Insomma un canto all’imprevisto, al vivere giorno per giorno, al lasciare di natura di mischiare le carte, evitando l’eccesso di simmetrie e di nitore, che riguardano chi vuole una propria creazione arborea spic and span, immacolata a forza di diserbante epulizie. Come è tipico in queste scritture a scandire la scrittura sono le stagioni e le loro sorprese, nel frattempo l’autore inserisce una serie di informazioni interessanti, sulla
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)
