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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoli«Napoli di solito è percepita come un luogo ameno, una città da vivere con allegria e leggerezza. Questo idealtipo positivo ostacola talvolta la costruzione di visioni e progettualità che sviluppino prospetticamente la cura del suo immenso patrimonio di arte e cultura. Le innumerevoli testimonianze del centro storico, tra i più grandi d’Europa, non sempre si conoscono, sfuggono ai più. Il nostro primo scopo è informare, perché solo attraverso la conoscenza si potrà contrastare l’incuria e sollecitare l’impegno civico per la città», dichiara Alberto Sifola, presidente dell’onlus Friends of Naples, costituitasi nel 2018 per promuovere il restauro dei beni artistici di Napoli attraverso donazioni liberali e l’azione, non di rado a titolo gratuito, di qualificati restauratori.
E aggiunge: «Intendiamo agire da facilitatori tra Enti locali, Soprintendenze, restauratori, associazioni, creando ponti di collegamento e di dialogo». Un board e un comitato scientifico di appassionati e competenti, affiancati da un prestigioso comitato di indirizzo, orientano le attività dell’associazione, che svolge un ruolo nodale per l’accelerazione dei processi e lo sviluppo di buone pratiche.
Tra i progetti realizzati in soli tre anni di attività, il restauro (in corso) della Cappella Capece Minutolo nel Duomo, citata da Boccaccio, ma sconosciuta a molti; gli interventi nella cella in cui visse san Tommaso d’Aquino presso il Convento di San Domenico Maggiore; e il restauro, appena concluso, dell’ex voto affrescato da Mattia Preti a Porta San Gennaro.
Ma altri sono già in cantiere: l’intervento sull’opera di Sol LeWitt nella stazione della metropolitana, il recupero delle molte edicole votive sul territorio, le visite delle scuole ai cantieri di restauro «perché i ragazzi comprendano che il valore del patrimonio da preservare, legato alla storia e alla vita della città, appartiene alle loro storie e alle loro vite».

L'affresco appena restaurato di Mattia Preti a Porta San Gennaro
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