Alcuni anni or sono (erano i primi mesi del 2010), si pose ai giudici amministrativi un problema assai arduo: la Edmond J. Safra Philantropic Foundation aveva presentato all’Ufficio esportazione di Roma una «commode» certamente splendida, commissionata da Luigi XV in persona per una delle sue infinite amanti (non per nulla egli era chiamato «Louis le bien aimè») ma del tutto svincolata dalla tradizione culturale italiana (la sua presenza nella Repubblica era del tutto casuale). La Fondazione Safra aveva impugnato il diniego dell’attestato di libera circolazione, pronunziato dall’Ufficio romano, rivelando, nel corso del processo, che la commode non era destinata al mercato, ma al Museo di Versailles che l’avrebbe esposta alla pubblica fruizione.
Il Tar del Lazio, affrontando il problema nel contesto dell’art. 9 della Costituzione (che definisce il patrimonio culturale tutelabile), ha accolto il ricorso, osservando, in buona sostanza che, se fosse rimasta in Italia, la commode sarebbe stata sottratta ...
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