Chambi e l'antica cultura andina

La Fundación Foto Colectania di Barcellona celebra la ricerca del fotografo peruviano d’origine indigena

«El indio y su llama» di Martín Chambi © Martín Chambi
Roberta Bosco |  | Barcellona

All’inizio del ’900 il fotografo peruviano d’origine indigena, Martín Chambi (Puno, 1891-Cuzco, 1973) introduce una nuova prospettiva nella fotografia latinoamericana dell’epoca, plasmando nelle sue immagini di rovine Inca e della vita nelle comunità andine il passato preispanico e le rivendicazioni indigeniste.

A partire dalle sue fotografie di Machu Picchu nel 1924, Chambi diventa un simbolo della fotografia contemporanea e documentaria in America Latina e il suo peculiare trattamento della luce, della forma, dello spazio e dell’inquadratura comincia a fare scuola. La Fundación Foto Colectania di Barcellona ne riconosce l’importanza per la storia della fotografia organizzando fino al 12 giugno «Martín Chambi e i suoi contemporanei. Le Ande fotografate», a cura di Andrés Garay e Stefano Klima, la sua prima antologica in Europa a presentare stampe vintage.

Qui le opere di Chambi dialogano con le immagini dei grandi dell’epoca tra cui Irving Penn, Eugene Harris, Werner Bischof, Robert Frank, Pierre Verger, Max T. Vargas, Luigi Gismondi e Manuel Mancilla. Il risultato è un ritratto corale che espande l’immaginario collettivo sull’antica cultura andina. In mostra oltre un centinaio di stampe dell’epoca, provenienti dalla Colección Jan Mulder di Lima, tra cui spiccano vari autoritratti che compongono una storia intima inedita e rivendicano l’appartenenza di Chambi al mondo andino, così complesso nel suo presente e così misterioso nella rivelazione del suo passato.

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